Il tweet della Guardia Civil spegne ogni speranza per Julen. I soccorritori l’hanno raggiunto dopo 13 giorni di scavi senza sosta nel pozzo dove è caduto il 13 gennaio a Totalan, una località vicino a Malaga, ma il bimbo era senza vita. «Disgraziatamente…nonostante tanti sforzi da parte di tanta gente, non è stato possibile…#RIPJulen», ha twittato la Guardia Civil, rivolgendo ai familiari «le più sincere condoglianze». Appresa la notizia, il padre del piccolo ha avuto un malore ed è stato soccorso dal personale di un’ambulanza presente all’uscita del pozzo.
Desgraciadamente…a pesar de tanto esfuerzo de tanta gente, no fue posible…#DEPJulen
Nuestras más sinceras condolencias a sus familiares pic.twitter.com/VVJck6QQeC
— Guardia Civil (@guardiacivil) January 26, 2019
Julen era caduto nel pozzo mentre giocava in una zona dove i genitori stavano facendo un picnic, domenica 13 gennaio. Da quando è scattato l’allarme le squadre di soccorso avevano lavorato senza sosta, ma gli scavi procedevano a rilento, per la composizione del terreno, che in alcuni tratti è formato da roccia. Il corpo senza vita di Julen è stato trovato a oltre 100 metri sotto terra. Un agente della Guardia Civil, riferisce El Pais, è stato l’ultimo ad unirsi ai soccorsi dopo che gli uomini della Brigada de Salvamento Minero hanno aperto una galleria di accesso da un pozzo ausiliare. L’ultimo tratto è stato particolarmente duro, per la presenza di grosse rocce, che alla fine sono state fatte saltare con delle piccole cariche esplosive.
Si è pregato fino alla fine, ma fin da subito era stato chiaro che le speranze erano ridotte al minimo: da quando, il 13 gennaio, è caduto in quel pozzo abbandonato, largo 25 centimetri e profondo più di 100 metri, nelle campagne di Totalan, il bimbo non aveva dato segni di vita. Resta aperta l’inchiesta della Guardia Civil per appurare come un bambino di due anni sia potuto cadere nel pozzo.