«Un tentativo di golpe in Venezuela contro il presidente Nicolas Maduro»: è l’accusa lanciata dalla Russia alla riunione del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Si acuisce la tensione tra Usa e Russia sulla crisi venezuelana. L’ambasciatore russo all’Onu, Vassily Nebenzia, aveva tentato di bloccare la convocazione del consiglio dell’Onu sostenendo che il Venezuela non è una minaccia alla pace internazionale. Gli Stati Uniti invece definiscono il regime di Maduro «mafioso e illegittimo».
«Gli Stati Uniti sono con il popolo venezuelano e chiedono che in Venezuela si svolgano libere elezioni il prima possibile», ha detto il segretario di stato americano Mike Pompeo in apertura del suo intervento al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. «Ora è il momento per ogni altra nazione di scegliere da che parte stare, non si può più rimandare, niente più giochi, o si sta con le forze della libertà, o si è in combutta con Maduro e il suo caos». Stati Uniti e Canada hanno già riconosciuto Guaidò come presidente legittimo, dall’altro Russia e Cina chiedono di non interferire negli affari interni di Caracas. Intanto, Spagna, Francia e Germania lanciano un ultimatum a Maduro per la convocazione di nuove elezioni: o il presidente indice le elezioni politiche in Venezuela «entro 8 giorni» o i tre Paesi europei, cui presumibilmente seguiranno altri, riconosceranno come legittimo il presidente autoproclamato Juan Guaidò.
El pueblo venezolano debe poder decidir libremente su futuro. Sin elecciones anunciadas en 8 días, podriamos reconocer a @jguaido como « Presidente encargado » de Venezuela para implementar dicho proceso político. Trabajamos conjuntamente con nuestros aliados europeos. https://t.co/9RkwF0IamF
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) January 26, 2019
«La Germania è pronta a riconoscere Juan Guaidò quale presidente ad interim del Venezuela se nuove elezioni non dovessero essere indette in otto giorni», ha dichiarato la portavoce della cancelliera tedesca, Martina Fietz su Twitter. Sulla stessa posizione anche la Francia, come ha dichiarato dal presidente francese Emmanuel Macron: «Il popolo venezuelano deve poter decidere liberamente del suo futuro. Senza un annuncio di elezioni entro otto giorni, potremo riconoscere Juan Guaidò come “presidente ad interim” del Venezuela per sviluppare questo processo politico. Lavoriamo intensamente con i nostri alleati europei». E medesimo orientamento è stato scelto da Madrid, con il premier Pedro Sanchez che, definendo il Venezuela «paese fratello», ha annunciato il riconoscimento di Guaidò. Silenzio sul fronte italiano.
España tiene una responsabilidad con América Latina. Muchos lazos nos unen. Traslado el sincero compromiso de mi Gobierno con el pueblo y el futuro de Venezuela. Y la confianza en que será con el retorno de la democracia como Venezuela encontrará la salida a esta grave crisis. pic.twitter.com/iMiG7KXCBG
— Pedro Sánchez (@sanchezcastejon) January 26, 2019
La proposta di Francia, Spagna e Germania è stata accolta con favore in tre diversi tweet da Guaidò che ha ringraziato i leader per «l’impegno nei confronti del popolo venezuelano nella lotta per una nazione libera e democratica». «L’Unione europea ha ancora compiuto progressi per il pieno riconoscimento e il sostegno della nostra lotta legittima e costituzionale», ha scritto Guaidò. Intanto, il presidente del Parlamento venezuelano, che ha assunto mercoledì i poteri di presidente ad interim, era disponibile a concedere un’amnistia a Maduro e a tutti coloro che sono «disposti a mettersi dalla parte della Costituzione». Il Paese è nel caos con scontri di piazza che hanno già causato la morte di almeno 26 persone ed il ferimento di quasi 300.