«Sì all’assistenza a bordo, no allo sbarco». È questa la posizione sul caso della nave Sea Watch della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ha chiesto all’Italia di «prendere il prima possibile tutte le misure necessarie per assicurare ai ricorrenti cure mediche adeguate, cibo e acqua». La Corte non ha però accolto la richiesta dei ricorrenti di ordinare all’Italia il loro sbarco. Intanto, da Cipro arriva l’annuncio del premier Conte: «Abbiamo la disponibilità per il ricollocamento dei migranti della Sea Watch 3 da parte di Germania, Francia, Portogallo, Romania e Malta».
La nave, spiega la Corte, «non è stata autorizzata ad entrare nel porto e i ricorrenti lamentano di essere detenuti a bordo senza base giuridica, di soffrire di trattamenti inumani e degradanti, con il rischio di essere rimandati in Libia senza che sia stata valutata individualmente la loro situazione». La Corte, tuttavia, non accoglie la richiesta dei ricorrenti di essere sbarcati. «Per quanto riguarda i 15 minori non accompagnati, si richiede al governo di fornire adeguata assistenza legale», continuano i giudici di Strasburgo. La Corte chiede anche di essere regolarmente informata «della situazione dei richiedenti. La misura è in vigore sino a nuovo ordine».
Nel frattempo, a livello politico europeo la situazione sembra essersi sbloccata. Decisivo il vertice Med 7 a Cipro, con il presidente francese Macron che ha spiegato come «per la Sea Watch 3 bisogna applicare tre principi: il principio dello sbarco nel porto più vicino, cioè l’Italia, il principio della distribuzione dell’onere”, dal quale la Francia non si è mai sottratta, e infine il diritto, ovvero dobbiamo fare in modo che le ong rispettino le regole». Il premier Giuseppe Conte ha assicurato che l’Italia ha incassato la disponibilità di cinque paesi (Germania, Francia, Portogallo, Romania e Malta) a prendersi carico dei 47 migranti a bordo della Sea-Watch. «L’Italia vive un ennesimo caso emergenziale che denuncia l’incapacità di gestire con meccanismi condivisi questo fenomeno. Colgo l’occasione – ha aggiunto – per manifestare un ringraziamento ai Paesi amici che hanno dato disponibilità nella prospettiva di una redistribuzione dei migranti. “Ho sollecitato i miei colleghi – ha detto ancora Conte – a cercare, soprattutto noi del sud Europa, di trovare gli strumenti e la forza per convergere verso un meccanismo condiviso».
Del via libera alla distribuzione dei migranti ha parlato Matteo Salvini, che ha rivendicato il suo operato: «Fino a ieri l’Europa se ne fregava, era abituata a trattare l’Italia come un campo profughi. Guarda caso, nelle scorse ore la Commissione Europea ha cominciato a muoversi, la Germania si è detta disponibile ad accogliere, così come altri paesi. La linea della concretezza paga». Sulla stessa linea il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli: «Anche la Corte di Strasburgo dà ragione al governo e torto a Sea Watch. Dobbiamo garantire ai migranti viveri, cure e assistenza adeguata. Ed è quello che stiamo facendo – ha detto – Ma non abbiamo obblighi sullo sbarco. E non li faremo sbarcare finché la Ue non batte un colpo. Avanti così».
Anche la Corte di Strasburgo dà ragione al Governo e torto a #SeaWatch. Dobbiamo garantire ai #migranti viveri, cure e assistenza adeguata. Ed è quello che stiamo facendo. Ma non abbiamo obblighi sullo sbarco. E non li faremo sbarcare finché la UE non batte un colpo. Avanti così.
— Danilo Toninelli (@DaniloToninelli) January 29, 2019