Una vittoria tra le Nuove Proposte nel 2009 con “Sincerità”, una tra i Big nel 2014 con “Controvento”, un secondo posto nel 2012 e una parentesi nel 2015 come “valletta mora” al fianco di Carlo Conti, «ma il più bello è stato quello con “La notte” perché riuscii ad abbattere i pregiudizi del dopo “Sincerità” quando tutti si chiedevano se ci ero o ci facevo». Non si può dire che Arisa il Festival di Sanremo non lo conosca più che bene. «Ormai faccio parte dell’arredamento – scherza lei – ma se non avessi qualcosa da dire non ci andrei. Il problema è che io qualcosa da dire ce l’ho ogni anno, e Sanremo è il posto migliore per farsi ascoltare».
«UNA NUOVA ROSALBA IN CITTÀ». Quest’anno torna per la sesta volta a calcare il palco dell’Ariston e la ex signorina in occhialoni e frangetta, calata da Marte su Sanremo, cambia nuovamente look, per tornare nei panni di Rosalba, nome con il quale è registrata all’anagrafe (Pippa è il cognome, 1982 la data di nascita), come annuncia il nuovo album “Una nuova Rosalba in città”. «Arisa non si era dimenticata di Rosalba. Mai. Anche se ogni tanto, quando si era troppo presi, poteva succedere» spiega. «Ogni cambiamento passa prima dalla persona e poi dal personaggio. Ho preso coscienza della necessità di leggerezza».
“Mi sento bene” è il titolo della canzone con cui è in gara. Una sorta di manifesto all’ottimismo, a vivere la vita finché c’è. «È una riflessione sul senso dell’esistenza. Volevo allontanasse dai sensi di colpa. Io ne ho: stare lontano dalla mia famiglia, penso che sto perdendomi qualcosa di importante. “Mi sento bene” è la giusta via di mezzo, il giusto mezzo di trasporto, il Caronte che trasporta l’Arisa di prima all’Arisa del futuro. Non so quale sarà esattamente. Io ho molta fiducia nella vita, perché la vita sa già in che direzione andare, e dunque sarò quello che mi è dato essere».
TRA DISNEY, RAFFAELLA CARRÀ E BLONDIE. Il brano, dopo un inizio da musical disneyano, è un tuffo nella musica tra la fine degli anni Settanta e gli inizi degli Ottanta, c’è Raffaella Carrà, c’è Giuni Russo e ci sono anche gli Abba. «E i Blondie. Quel mondo mi appartiene». Non per caso, nella serata dei duetti, avrà come rinforzo la voce di Tony Hadley, ex Spandau Ballet, oltre alle coreografie dei Kataklò, per mettere in scena una sorta di commedia musicale. «Non sono della generazione Duran contro Spandau. Ai miei tempi era Take That contro Backstreet Boys, ma il mio idolo è Michael Jackson», tiene comunque a precisare.
Arisa torna per vincere. E non lo nasconde. «Voglio vincere il Festival e voglio vincere pure l’Eurovision. Voglio essere l’orgoglio di Caterina Caselli e di mia madre». Dall’ottobre 2017, infatti, la cantante lucana è entrata nella scuderia Sugar di Caterina Caselli. «Con lei c’è un intenso confronto artistico. Dice che mi devo proteggere, che mi devo concentrare sul lavoro e non sui numeri: sento solidarietà femminile. È la cantante preferita di mia mamma, probabilmente sono stata addormentata con le sue canzoni e, curiosità, me la ritrovo nel disco perché ha partecipato ai battiti di piedi registrati in uno dei brani».