La Tav è un «buco di cinque metri», come dicono i Cinque Stelle, o «una galleria di 25 chilometri», come ha detto Matteo Salvini durante la sua visita al cantiere di Chiomonte? «Sono venuto qui per far vedere agli italiani che il tunnel c’è. Ci sono 25 km di galleria già realizzati. Non stiamo parlando di un campo di grano». E ancora: «Si completi questa incredibile, eccezionale opera pubblica di cui l’Italia dovrebbe avere vanto in giro per il mondo. Ci sono in ballo — ha ricordato il vicepremier leghista in diretta Facebook — 50mila posti di lavoro tra diretti e indiretti e in un momento di crisi economica, rinunciarvi e mettere a rischio il lavoro di aziende mi sembra poco sensato».
Soltanto poche ore prima il vicepremier pentastellato, Luigi Di Maio, aveva invece risposto così a chi gli chiedeva se avesse anche lui in programma missioni in Valsusa: «Io non vado a Chiomonte perché ancora non è stato scavato un solo centimetro del tunnel dove deve passare il treno, c’è un tunnel geognostico che sta andando avanti da anni. Per me il cantiere di Chiomonte non è un’incompiuta, non è mai iniziato».
«Salvini non è andato a vedere il cantiere della Tav ma un buco di 5 metri», ha detto Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri. «Di quale opera parla? Non esiste nessuna opera in corso. Su questo tema non bisogna fare propaganda elettorale, bisogna dire solamente la verità agli italiani. Noi vogliamo investire i soldi dei cittadini italiani per realizzare opere utili a tutti, opere che servono ai cittadini ogni giorno». Ad oggi il lato italiano della Torino-Lione è poco più di una galleria ampia sei metri e lunga sette chilometri: il cosiddetto tunnel geognostico. Ad opera finita, diventerà l’uscita di sicurezza del tratto ferroviario che attraversa le Alpi.
Basta chiacchiere inutili su un’opera inutile, che non si farà. Punto. Pensiamo ai ponti, alle strade, agli argini dei fiumi di cui ha urgenza il nostro Paese. #NoTav #M5S
— Manlio Di Stefano (@ManlioDS) February 1, 2019
Il progetto della Tav, per merci e passeggeri, si estende per 270 chilometri, di cui il 70% in Francia e il 30% in Italia. Oggi è in costruzione la sezione transfrontaliera della linea, per un totale di 65 km, di cui è incaricata la societa binazionale Telt: questa sezione è compresa tra la Val di Susa e Saint-Jean-de Maurienne in Francia (per l’89% passa in sotterraneo). Come spiegano da Telt, è già stato scavato oltre il 15,5% dei 162 km di gallerie previste per l’opera, una macchina complessa composta da due tunnel paralleli, 4 discenderie e 204 by-pass di sicurezza. Sono stati, inoltre, realizzati 68 km di sondaggi geognostici e carotaggi in Italia e in Francia.
La linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione è al centro del dibattito politico da oltre vent’anni, da quando la sua realizzazione è stata sancita con un accordo internazionale tra Italia e Francia nel 1996. Negli anni è stata oggetto di dure proteste da parte degli abitanti della Val di Susa, in Piemonte, che ne contestano il costo ritenuto eccessivo rispetto alla sua utilità, anche a fronte dell’impatto ambientale. La messa in servizio del tunnel di base è prevista nel 2030. Per la sua realizzazione sono previste tre fasi: affidamenti, ingegneria e lavori preparatori da ultimare entro il 2020; lavori civili entro il 2026; impianti e pre-esercizio entro il 2029. II costo è di 8,6 miliardi di euro: il 40% dell’importo è cofinanziato dall’Unione europea, mentre la quota restante è suddivisa tra i due Paesi (35% per l’Italia, 25% per la Francia).
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