Sebbene la candidata cinquestelle Sara Marcozzi cerchi una giustificazione per alleggerire il colpo, il dato più evidente delle elezioni regionali in Abruzzo è la disfatta del M5s. «Non abbiamo nulla da rimproverarci – dice la candidata del M5s – abbiamo confermato il risultato di 5 anni fa». Ma il dato è sconfortante: il Movimento che alle politiche del 4 marzo 2018 conquistò largamente l’Abruzzo con il 39,8% e 303.006 voti, alle regionali ne esce mortificato, rimanendo al di sotto del 20%. Ed è stato più che doppiato dalla coalizione di centrodestra che ha portato alla vittoria Marco Marsilio con il 48%. E superato anche dal centrosinistra che, presentandosi unito, sfiora il 31.5%.
La candidata parla di dato sconfortante non per il M5s ma per gli altri: «Il Partito democratico passa dal 25% del 2014 al 9-10% di quest’anno, stessa cosa per Forza Italia dal 16% al 10%». E si consola guardando per il suo partito alle scorse regionali invece che alle politiche, spiegando di aver confermato «il risultato delle amministrative del 2014». E allora come si è arrivati a questo risultato? La candidata grillina parla esplicitamente di «personaggi che hanno mosso pacchetti di voti» da Forza Italia alla Lega. Ma forse Marcozzi in parte prevedeva un calo del Movimento, dal momento che ha preteso un paracadute con la candidatura, oltre che da presidente della Regione, anche da consigliere regionale.