«Se voti sì vuol dire no. Se voti no vuol dire sì. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!». Con un post sarcastico Beppe Grillo ironizza sul quesito scelto dal blog delle Stelle per presentare il voto del caso Diciotti agli iscritti del M5s. Il garante del M5S cita il romanzo “Comma 22” dell’americano Joseph Heller in cui la facoltà di scegliere è solo apparente e poi la sindrome che indica, in una persona, il disprezzo per chi è considerato avere un maggior successo.
Se voti Si vuol dire No
Se voti No vuol dire Si
Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!— Beppe Grillo (@beppe_grillo) February 17, 2019
Gli iscritti del M5s dovranno rispondere a una domanda: «Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?». Due le possibili risposte al quesito: «Sì, quindi si nega l’autorizzazione a procedere» oppure «No, quindi si concede l’autorizzazione a procedere». In pratica per mandare Salvini a processo bisognerà votare No. Una formulazione che ha raccolto parecchie critiche anche dagli esponenti del M5s. Giochetti degni del peggior Psi di Craxi, vergognatevi», scrive Roberto Baresi. E la consigliera M5s di Torino, Maura Paoli: « Siete ridicoli. Fate pena! Dovete solo vergognarvi!»
«La formula non è chiara – dice la senatrice Paola Nugnes – bisogna fare uno sforzo per non votare diversamente dalle proprie intenzioni». E contesta anche l’utilizzo della piattaforma Rousseau per questi temi: «La piattaforma può essere utile per questioni interne al partito, che è un ente privato, per definizione, ma per questioni che interessano tutta la popolazione e che ricadono su tutto il Paese occorre una piattaforma pubblica indipendente e terza cui possono avere accesso tutti gli aventi diritto al voto. E, in aggiunta, sul punto la rete già si è espressa votando il programma che prevede di concedere sempre l’autorizzazione a procedere».
Duro anche l’intervento di Roberto Saviano su Facebook: «La decisione sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini per il caso Diciotti è rimessa a poche migliaia di iscritti alla piattaforma Rousseau. Ma attenzione, perché il ministro della Mala Vita venga processato, sulla piattaforma Rousseau si dovrà votare “no” e non “sì”. Magnifico, vero? Un trucco da trastolari (leggi: imbroglioni) diremmo a Napoli, attraverso cui rendere meno comprensibili i termini di una decisione cruciale. Che vile attaccamento alla poltrona!».
Anche le opposizioni all’attacco. «Il M5s salva Salvini dai giudici. Come si cambia per non morire», scrive su twitter il capogruppo Pd in Senato, Andrea Marcucci. E Maurizio Martina: «Il Movimento ha scelto di scaricare le responsabilità sui militanti, invece di prendersi l’onere delle decisioni». Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia: «Abbiano il coraggio di sostenere le politiche migratorie, senza nascondersi dietro la piattaforma Rousseau».
Il #M5S salva Salvini dai giudici. Una consultazione finta su #Rousseau archivia anni di battaglia contro immunità parlamentare. Come si cambia per non morire
— Andrea Marcucci (@AndreaMarcucci) February 17, 2019