La profanazione di ottanta tombe nel cimitero ebraico di Quatzenheim, gli insulti antisemiti al filosofo Alain Finkielkraut durante l’ennesima manifestazione dei gilet gialli, la violazione con la svastica nazista dei ritratti di Simone Veil (ex ministro francese superstite dei campi di sterminio). Gli ultimi episodi avvenuti in Francia fanno temere una recrudescenza dell’antisemitismo in Europa. Secondo i dati diffusi dal ministro dell’Interno francese, Christophe Castaner, gli atti di antisemitismo oltralpe sono aumentati del 74% nel 2018: 541 contro i 311 del 2017. Un trend in crescita che accomuna tutti i Paesi europei.
In Italia nel 2018 ci sono stati ben 181 casi. Le manifestazioni di antisemitismo, censite dall’Osservatorio antisemitismo della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec onlus di Milano), dopo una leggera flessione negli ultimi anni – 16 episodi nel 2012, 86 nel 2014 e 64 nel 2015 – sarebbero riesplose passando dai 130 episodi del 2017 ai 181 del 2018. Tra quelli più tristemente noti dell’ultimo anno c’è quello della notte tra l’8 e il 9 dicembre a Roma, quando sono state divelte e trafugate venti pietre d’inciampo nel rione Monti. Erano state posizionate nel 2012 e dedicate alle famiglie Di Castro e Di Consiglio, deportate durante l’occupazione nazi-fascista e assassinate nei campi di concentramento della Germania nazista. Le pietre d’inciampo sono piccole targhe di metallo posate nel selciato per ricordare le vittime della Shoah: un’iniziativa nata nel 1996 per opera dell’artista tedesco Gunter Demnig che, a oggi, ne ha realizzate e posate oltre 70mila in tutta Europa. Ogni “pietra” riporta nome e cognome dei deportati, la loro data di nascita, la data e il luogo di deportazione e morte. Per il nuovo anno l’Osservatorio segnala già 25 casi in meno di due mesi: si va dall’antisemitismo sul web a diffamazione e insulti, dai graffiti alle minacce.
In Germania i numeri sono addirittura più alti. Il quotidiano Tagesspiegel riporta i dati preliminari forniti dal Governo che ha censito 1.646 atti antisemiti nel 2018, contro 1.504 nel 2017. Una crescita di quasi il 10%: in questo dato sono compresi sia i crimini violenti che i semplici atteggiamenti antisemiti, le minacce e gli insulti. Più forte la crescita dei reati criminali veri e propri che sono quasi raddoppiati: nel 2017 sono stati 37 e sono diventati 62 nel 2018.La portavoce del cancelliere Angela Merkel, Ulrike Demmer, ribadisce la posizione del governo, sottolineando che «l’antisemitismo non ha nessun posto in Germania».
Per monitorare costantemente la situazione in Europa e mantenere elevato il livello di allarme, ogni anno l’Agenzia europea per i diritti umani pubblica un dettagliato report. L’ultima edizione è relativa al 2018 con dati aggiornati al 2017. Nel caso del Regno Unito, i dati ufficiali parlano di 786 episodi (registrati da 1 aprile 2015 a 31 marzo 2016, +25%) mentre quelli non ufficiali, raccolti dal Community Security Trust riportano 1.382 casi, in crescita del 2,8% rispetto al 2016. Nei Paesi Bassi il numero di crimini a sfondo antisemita è altalenante: si parla comunque di alcune centinaia di casi all’anno.
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«Il nostro Paese, il resto dell’Europa e quasi tutte le democrazie occidentali si trovano di fronte ad una rinascita dell’antisemitismo, probabilmente senza precedenti a far data dalla seconda Guerra Mondiale: ancora una volta, negli ultimi anni, l’antisemitismo è letale in Francia». Così il presidente francese Emmanuele Macron ha parlato al Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche in Francia dopo gli ultimi episodi antisemiti che hanno sconvolto il Paese. Macron ha anche annunciato nuove disposizioni per combattere l’odio razziale e antisemita su Internet: un progetto di legge sarà presentato a maggio. E ha chiesto immediatamente al ministero degli Interni di sciogliere alcune associazioni, come «Bastions sociale e Blood and honour», accusate di fomentare l’odio contro gli ebrei.