Un corteo festoso e colorato. Una partecipazione straordinaria. Duecentomila le persone presenti, oltre mille le associazioni che hanno aderito all’appello, 30 gonfaloni che hanno sfilato, 7 carri delle associazioni promotrici che hanno aperto il corteo. Sono alcuni dei numeri dati dagli organizzatori della manifestazione contro il razzismo “People-Prima le persone” che hanno riempito le strade del centro di Milano.
Siamo 200 mila! Corteo allegro, festoso e tranquillo, di tutti i colori – la testa di #people2march #primalepersone sta entrando adesso in Corso Matteotti mentre l’ultimo spezzone riesce a partire solo adesso da Porta Venezia. pic.twitter.com/yJu8X0MhXu
— Pierfrancesco Majorino (@pfmajorino) March 2, 2019
Ci sono tutti o quasi i leader della sinistra politica e sindacale. Due candidati su tre alla guida del Pd, Maurizio Martina e Nicola Zingaretti; il neosegretario della Cgil Maurizio Landini; l’ex presidente della Camera Laura Boldrini. Da Rifondazione ai Radicali di Più Europa sfilano nel lungo serpentone accompagnato da una decina di carri musicali, fra cui quello dedicato alla legge Pillon e all’omofobia e quello a forma di barcone di volonari e sostenitori delle ong Mediterranea, Open Arms e Sea Watch.
Ci sono soprattutto le centinaia di associazioni che hanno aderito alla mobilitazione. Emergency, I Sentinelli, Anpi, Acli, Arci, un arcipelago infinito di sigle e striscioni. È la terza «risposta» di Milano, dopo la marcia «Insieme senza muri» del 2017 e la tavolata multietnica al Parco Sempione dell’anno scorso. Ma sicuramente è la più imponente. «Siamo 200 mila!», twitta Pierfrancesco Majorino, assessore al Welfare di Milano.
«È un momento di grande cambiamento per il Paese, è questa la nostra visione dell’Italia», ha detto il sindaco Beppe Sala. «Uno spartiacque per la società. Uno spartiacque tra apertura e chiusura, tra qualche sogno autarchico, che si manifesta nell’idea di trasmettere solo canzoni italiane alla radio, e una visione internazionale. Non lasciate la politica – raccomanda –solo ai politici da Milano può ripartire un’idea diversa dell’Italia». Prima le persone è una risposta al prima gli italiani di Salvini? «Sì, anche perché prima gli italiani di Salvini è una presa in giro», dice Pierfrancesco Majorino: «Il leader leghista lo dice e poi, una volta che ha usato gli italiani per parlare male dei migranti, li molla».
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, destinatario con l’intero esecutivo dei messaggi di Milano, commenta al Tg Lombardia: «Bene le manifestazioni pacifiche ma io non cambio idea e vado avanti per il bene degli Italiani: in Italia si arriva solo col permesso, lotta dura a scafisti, trafficanti, mafiosi e sfruttatori». E aggiunge: «Il messaggio al governo lo hanno dato gli Italiani con il voto rinnovando la fiducia a me, alla Lega e al governo di mese in mese e di elezione in elezione».