Il premier Giuseppe Conte scrive una lettera a Telt, la società italo-francese incaricata di realizzare l’opera, invitandola ad «astenersi, con effetti immediati, da qualsiasi ulteriore attività che possa produrre ulteriori vincoli giuridici ed economici per lo Stato italiano con riguardo ai bandi di gara». «Ridiscuteremo l’opera con la Francia e con la commissione Ue», assicura Conte che pubblica la missiva sul suo profilo Facebook. «Ovviamente non vogliamo che nel frattempo si perdano i finanziamenti europei già stanziati», ha aggiunto il premier.
Ma ciò non significa bloccare l’iter d’ avvio dei bandi. Infatti Telt scrive a Conte una lettera annunciando che lunedì partiranno gli inviti per i lotti in Francia. «In assenza di atti giuridicamente rilevanti che comportino istruzioni di segno contrario – si legge nella lettera – abbiamo previsto che il Cda fissato per l’11 marzo 2019 autorizzi la direzione a pubblicare gli ‘avis de marchés’ (inviti a presentare candidatura) relativamente agli interventi dei lotti francesi del tunnel di base, in modo da rispettare il termine del 31 marzo» per ottenere il finanziamento Ue per il 2019.
LEGGI ANCHE: Le analisi di Ponti dal “No Tav” al “Sì Tav”
Chiamparino, nel pomeriggio in piazza Carignano per il flash mob organizzato dalla “madamine” pro Tav, commenta: «Siamo alla repubblica delle banane. Il governo lascia aperto uno spiraglio non chiaro. Se i bandi partiranno è un piccolo passo avanti ma con una spada di Damocle non da poco. Se i bandi non partono senza se e senza ma, si assumano la responsabilità e il governo vada a casa». Se lunedì non ci saranno risposte, martedì il presidente della Regione Piemonte farà partire la lettera a Salvini per dare il via alla consultazione popolare.
Restano, comunque, lontane le distanze sulla Tav. Il no alla Tav per il presidente della Camera Roberto Fico «non è un atto ideologico», ma una «battaglia identitaria del Movimento 5 Stelle e quindi ne comprendo bene la durezza». Fico, tra i fondatori del Movimento, ricorda che nel 2005 la prima riunione «dei Meetup» nascenti «fu fatta a Torino perché quel giorno c’era la grande manifestazione per dire no alla Tav». Sul versante opposto la Lega, che però smentisce una crisi di governo: «Una riduzione e revisione» del progetto della Tav «è sicuramente doverosa, anche una ridiscussione dei finanziamenti», dice il vicepremier Matteo Salvini. «Non si può fare una mezza Tav evidentemente – aggiunge – Faremo quello che abbiamo promesso agli italiani, la revisione del progetto, questo sarà. Le crisi le lascio come dibattito giornalistico, non ci sarà nessuna crisi e questo governo lavorerà a lungo».