Sono soprattutto uomini, ex impiegati nelle regioni del Nord. È questo l’identikit che viene fuori dal primo flash statistico dell’Inps sulle nuove pensioni con quota 100 che interessa 26.831 beneficiari. Questi neo-pensionati potranno contare, secondo le stime elaborate da Il Sole 24 ore, su un assegno piuttosto consistente rispetto alla media, visto che nel 45% dei casi gli importi oscillano tra i mille e 1.500 euro lordi, mentre il 34% si colloca addirittura nella fascia tra i 1.500 e i 3mila euro.
Inps ha già accolto circa 34mila domande. Questo mentre, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 75 di venerdì 29 marzo, della legge di conversione (legge n. 26 del 28 marzo 2019) del decreto pensioni il quadro normativo si è ormai consolidato. Se le istruttorie procederanno senza rallentamenti si conta di liquidare altri due blocchi di prestazioni in due fasi successive: una entro la prima decade del mese, la seconda tra il 20 e il 29. Inps conta si liquidare fino a 50mila nuove pensioni tra aprile e maggio. Sono tutte pensioni di lavoratori del settore privato, dipendenti e autonomi, che avevano maturato i requisiti minimi (62 anni e 38 di contributi) a fine 2018.La prima finestra utile per i dipendenti pubblici è quella del 1° agosto, mentre a settembre toccherà al comparto scuola.
Il dato più clamoroso sui primi 26.831 neo-pensionati è il divario tra maschi e femmine. Era nelle attese, visto che per andare in pensione con quota 100 bisogna avere almeno 38 anni di contribuzione continuativa, privilegio tipico di operai e impiegati nelle medie e grandi aziende del Nord. Ma una frequenza dell’89,3% di neo-pensionati maschi contro il 10,7% di femmine è davvero tanto: un gap che la dice lunga sulle asimmetrie di genere che caratterizzano il mercato del lavoro italiano. In questa prima ondata di uscite, la Lombardia è in vantaggio con 3.844 uscite, contro le 2.566 del Lazio. Duemila pensionamenti in Sicilia, mentre in Campania e Puglia i fuoriusciti al mercato del lavoro sono intorno a 1.700. Tra i primi quotisti ci sono anche 24 lavoratori impegnati all’estero.
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Da oggi scatta il taglio alle pensioni. Almeno 5,6 milioni di pensionati riceveranno un assegno più basso dovuto al blocco delle rivalutazioni voluto dal governo. L’esecutivo infatti ha frenato la perequazione sugli assegni con dei paletti che vanno a ridimensionare gli assegni erogati. Con gli “aggiustamenti” voluti dal governo, per le pensioni superiori a 3 volte il minimo e inferiori a 4 la rivalutazione sarà del 97%, del 77% per gli importi tra 4 e 5 volte il minimo, del 52% tra 5 volte e 6 volte il minimo, del 47% oltre 6 volte, del 45 oltre 8 volte e solo del 40% oltre 9 volte il minimo. Il ricalcolo è frutto della legge di Bilancio varata a fine dicembre 2018. L’Inps ha attuato le modifiche agli importi a decorrere dal 1 aprile ricalcolando gli assegni in base alle nuove indicazioni della manovra. Nei prossimi mesi invece scatteranno i conguagli.