Sulla castrazione chimica la maggioranza si spacca. La Lega, durante l’esame del “Codice rosso” sulla violenza contro le donne alla Camera, ha votato a favore dell’ordine del giorno presentato da Fratelli d’Italia. Contro invece i Cinquestelle, insieme alle opposizioni. L’ordine del giorno sulla castrazione chimica è stato quindi respinto con 383 no, 126 sì e un astenuto.
I pentastellati hanno ribadito, in una nota ufficiale, di essere stati «compatti e coerenti fin dal primo momento». «Abbiamo detto da subito che non avremmo mai votato un emendamento su quel tema — spiega la nota — ed oggi non abbiamo votato nemmeno l’ordine del giorno presentato da un forza d’opposizione, cioè Fratelli d’Italia. Il dato politico è che non potrebbe esistere alcuna altra maggioranza senza il Movimento 5 Stelle». Le agenzie di stampa rilanciano “fonti della Lega” per spiegare che nel partito di Salvini c’è «sconcerto» e «dispiacere» per il fatto che in questo voto il M5s abbia votato assieme a Pd e FI «contro una norma applicata in altri Paesi per limitare la violenza di pedofili e stupratori».
La castrazione chimica è, infatti, prevista nell’ordinamento giuridico di alcuni Stati degli Usa e in diversi Paesi europei. È un trattamento farmacologico volto a ridurre la libido, impiegato per i reati a sfondo sessuale. In Europa la soluzione è adottata in 13 paesi: Germania, Francia, Regno Unito, Belgio, Svezia, Finlandia, Norvegia, Danimarca, Estonia, Lituania, Polonia, Ungheria e Islanda. Fuori dall’Europa, la castrazione è prevista in otto Stati Usa (California, Florida, Georgia, Louisiana, Montana, Oregon, Texas e Wisconsin). In Texas la castrazione è fisica, non chimica. La castrazione chimica è prevista anche in Argentina, Australia, Nuova Zelanda e Israele.
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In generale, in Europa, l’adesione del condannato è volontaria e informata sui rischi per la salute. Alcuni paesi prevedono dei paletti. Limitazioni in base all’età del condannato sono ad esempio previste in Svezia, Finlandia e Germania: le età minime vanno dai 20 ai 25 anni. Russia e Polonia prevedono che la castrazione chimica sia obbligatoria per i colpevoli di stupro su minorenni. In Italia sulla misura della castrazione chimica il dibattito si è già acceso. Il leader leghista Matteo Salvini ha più volte ricordato che questa soluzione «è sperimentata volontariamente in tanti Paesi occidentali, quindi ci sono persone che chiedono di essere messe in condizione di non avere più gli istinti per commettere violenze bestiali».