Qualcosa si muove sul caso Orlandi. Trentacinque anni dopo. Dopo un’istanza presentata dalla famiglia Orlandi, il Vaticano ha deciso di aprire un’indagine interna sulla antica tomba al cimitero teutonico dove si sospetta possano essere sepolti i resti della giovane scomparsa nel 1983. «Dopo 35 anni il Vaticano finalmente indaga ufficialmente sulla scomparsa di mia sorella. Speriamo che sia arrivato finalmente il momento per giungere alla verità e dare giustizia a Emanuela», dice all’Adnkronos Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela.
Ad autorizzare l’apertura delle indagini è stata la Segreteria di Stato. Lo conferma l’avvocato della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, che dice: «Stiamo seguendo gli sviluppi delle indagini delle Autorità vaticane auspicando in una piena collaborazione, proseguendo comunque nelle nostra attività di indagini difensive». Era stata la stessa Sgrò, l’estate scorsa, ad avere ricevuto una lettera con allegata la foto della tomba in oggetto, con un messaggio anonimo: «Cercate dove indica l’angelo». Il riferimento è alla statua di un angelo che regge in mano un foglio riportante la scritta “Requiescat in pace”.
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Svolta storica, per la prima volta il Vaticano indaga sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Adesso il fratello Pietro sarà interrogato nell’ambito della nuova indagine avviata dal promotore di Giustizia Emanuele Milano. Nel corso degli anni sono state tante le piste, poi rivelatesi false, per ritrovare la ragazza scomparsa misteriosamente a Roma il 22 giugno 1983. L’ultima risale a qualche mese fa, quando sono state ritrovate delle ossa nella sede della Nunziatura apostolica a Roma.