Patrimonio dell’umanità, simbolo del cattolicesimo, un pezzo di storia di Francia e d’Europa. Notre Dame brucia mentre il mondo intero guarda le immagini che arrivano da Parigi con gli occhi pieni di lacrime. Chi l’ha sognata, chi l’ha amata, chi l’ha visitata. E sono in tanti. Con oltre 12 milioni di visitatori all’anno, Notre Dame de Paris è il secondo monumento più visitato della capitale francese, dopo la Tour Eiffel e prima del Louvre. È anche la seconda chiesa più visitata d’Europa dopo la basilica di San Pietro a Roma. È considerata uno dei capolavori dell’arte gotica ed è patrimonio dell’Unesco dal 1991.
La prima pietra venne posta nel 1163: la cattedrale raggiunse il suo aspetto attuale nel giro di una settantina di anni e nei secoli è stata oggetto di ripetuti restauri. Uno degli interventi più significativi è stato quello operato nel ‘600 per volontà di Luigi XVI. Le dimensioni superarono di gran lunga quelle delle chiese dell’epoca e per diversi motivi stilistici ed architettonici è diventata una costruzione d’eccezione, un unicum nella storia delle cattedrali gotiche. Con i suoi 69 metri d’altezza e 128 di lunghezza cambiò profondamente il volto del quartiere in cui è stata realizzata, a pochi passi dal Palazzo Reale.
In quanto simbolo del cattolicesimo francese, fu devastata durante la Rivoluzione francese, tra il 1789 e il 1799. Tornò ad essere di proprietà della Chiesa solo nel 1801, in seguito al Concordato stipulato tra Papa Pio VII e Napoleone Bonaparte, ma era necessario un ampio restauro per riparare la devastazione subita e riportare la cattedrale in linea con l’originario stile medievale. Il suo decadimento era così avanzato che si pensò seriamente di abbatterla. Fu anche grazie al romanzo “Notre Dame de Paris” di Victor Hugo, grande estimatore della cattedrale, che l’attenzione per il venerando edificio tornò a destarsi. Il programma di restauro fu avviato nel 1845 sotto la direzione di Viollet-le-Duc, che realizzò anche i famosi gargoyles, scatenando la sua fantasia. Al termine dei lavori, il 31 maggio 1864, Notre Dame venne consacrata ufficialmente.
Nella sua storia ha già vissuto momenti bui, anche se questo l’incendio potrebbe essere quello più devastante in assoluto. Si sono registrati alcuni danni durante la Liberazione di Parigi, al termine della Seconda Guerra Mondiale, per poi avviare nella seconda metà del secolo una serie di lavori di restauro. L’ultimo era cominciato lo scorso anno e sarebbe dovuto costare un totale di 6 milioni di euro. La sua facciata è decorata da immagini bibliche, mentre gli esterni sono arricchiti da sculture tipiche del gotico come i celebri gargoyle: le figure fantastiche e grottesche apposte per canalizzare il deflusso dell’acqua piovana. All’interno si notano soprattutto le vetrate e il rosone: quello a sud raffigura Cristo, santi, apostoli e angeli, quello a nord immagini dell’Antico Testamento.
Il sagrato antistante la cattedrale è individuato come il «punto zero» dell’intera Francia: da qui vengono calcolate le distanze stradali di tutto il Paese. All’interno è custodita inoltre una reliquia della corona di spine di Gesù oltre a quelli che sono ritenuti un chiodo e un pezzo della croce di Cristo. Della cattedrale fa inoltre parte l’organo a canne più grande d’Europa. La sua struttura è diventata lo sfondo di letteratura e cinema, a partire dal romanzo che ne immortala il nome: “Notre Dames de Paris” di Victor Hugo, il capolavoro romantico del 1831 che racconta la tragedia del campanaro Quasimodo e della zingara Esmeralda. Sul suo altare si sono svolte l’incoronazione di Napoleone, la beatificazione di Giovanna d’Arco e le esequie delle figure politiche più importanti della storia nazionale, da De Gaulle a Mitterand. Non meraviglia quello che ha detto subito Emmanuel Macron, di fronte alle fiamme che hanno distrutto Notre Dame: «Una parte di noi brucia con la cattedrale».