Ventiquattresimo sabato di protesta in Francia dove i gilet gialli hanno provocato disordini e feriti a Strasburgo. Non sono bastati gli annunci di riforma fatti da Emmanuel Macron: il movimento è tornato in piazza, scegliendo appunto la città sede dell’Europarlamento come teatro della protesta «nazionale e internazionale». Una scelta non casuale, a un mese dalle elezioni europee.
Appena due giorni fa il presidente francese, per rispondere alle proteste che da novembre infiammano il Paese, aveva promesso tagli alle imposte sul reddito e aumenti delle pensioni minime. Macron aveva anche detto di riconoscere le «richieste giuste» dei manifestanti e la «rabbia e impazienza per il cambiamento». Così a partire dal primo gennaio le numerose misure già varate a difesa del potere d’acquisto dei francesi saranno arricchite con la piena indicizzazione delle pensioni inferiori ai 2mila euro. Analogamente verranno tagliate per 5 miliardi le imposte sul reddito da finanziare attraverso l’abolizione di alcune detrazioni a favore delle imprese e una lotta più dura all’evasione.
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Ma evidentemente le promesse di Macron non sono bastate. I gilet gialli sono di nuovo scesi in piazza, ma erano solo 23.600 persone, contro le 27.900 della scorsa settimana: numeri tra i più bassi di sempre secondo il ministero dell’Interno. Nella capitale la protesta è stata pacifica. Gli scontri si sono invece verificati a Strasburgo. Durante la protesta un uomo è stato ferito alla fronte, proprio mentre al corteo dei gilet gialli veniva impedito di entrare in alcune zone del centro storico e nei dintorni delle istituzioni europee. Ma France 3 parla di «diversi feriti». La polizia ha sparato gas lacrimogeni per disperdere la folla, cinque persone sono state arrestate.