«Con Salvini in questi mesi abbiamo fatto grandi cose assieme e abbiamo ottenuto grandi risultati. C’è tanto altro da fare. Ma se qualcuno pensa che il M5s stia zitto su temi così importanti come la corruzione o su una inchiesta legata alla mafia, allora ha proprio sbagliato movimento», ha detto il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio dalla convention del partito polacco Kukiz15 a Varsavia. Intanto slitta l’incontro tra Armando Siri e il premier Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio avrebbe infatti deciso di accogliere le richieste formulate dalla Lega e di consentire al sottosegretario alle Infrastrutture, indagato per corruzione, di prendersi il tempo di visionare le carte e incontrare i magistrati della Procura di Roma.
Il nodo da sciogliere è: può rimanere nel governo una persona accusata di aver presentato norme di legge per favorire un imprenditore privato in cambio di soldi e altre utilità? Il Movimento 5 Stelle non ha dubbi al riguardo e chiede le dimissioni. «Qui il tema non è Siri, perché per me Siri sarà sicuramente innocente – ha detto il vicepremier Di Maio – Il tema è la percezione delle istituzioni. Siri per me si deve mettere in panchina e gli facciamo i nostri migliori auguri di risultare innocente. Ma ma fino a quel momento non possiamo accettare che un sottosegretario indagato per un reato così grave resti al suo posto. E lo dico con amicizia alla Lega. Credo che aiuti tutti noi mettere Siri in panchina e aspettare l’esito delle indagini preliminari e il rinvio a giudizio».
Mentre il vicepremier leghista Matteo Salvini ribadisce «la totale fiducia» in Armando Siri. «Se qualcuno ha sbagliato pagherà», ha garantito Salvini in un’intervista alla Stampa.
La via di uscita, anche per abbassare le tensioni nel governo, potrebbe essere l’autosospensione in attesa di chiarire la propria posizione di fronte ai pubblici ministeri. Siri ha chiesto di essere interrogato, potrebbe presentarsi già martedì. Nessuno può escludere che alla fine rimanga nel governo, ma questo renderebbe palese la debolezza dei 5 Stelle, visto che Di Maio e altri ministri hanno chiesto esplicitamente «un passo indietro». I magistrati di Roma contestano al senatore leghista di aver «asservito la funzione pubblica proponendo e concordando con gli organi apicali dei ministeri competenti per materia, l’inserimento in provvedimenti normativi di competenza governativa di rango regolamentare e di iniziativa governativa di rango legislativo, ovvero proponendo emendamenti contenenti disposizioni in materia di incentivi per il cosiddetto «minieolico», riceveva indebitamente la promessa e/o la dazione di 30.000 euro da parte di Paolo Franco Arata». Sono svariate le conversazioni intercettate tra Arata e suo figlio durante le quali si discute degli affari e della necessità di interventi a Roma, ma è soprattutto quella captata nel settembre 2018 dove si parla esplicitamente dei rapporti con Armando Siri, delle richieste e dei 30mila euro impegnati in suo favore per risolvere i problemi.