Un’operazione immobiliare getta nuove ombre sul sottosegretario alle Infrastrutture della Lega Armando Siri. La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta, al momento senza ipotesi di reato né indagati, sul caso dell’acquisto di una palazzina a Bresso, nel Milanese, attraverso un mutuo di 585mila euro acceso da Siri con una banca di San Marino. Sembra che la segnalazione alle autorità anti-riciclaggio della Banca d’Italia sia avvenuta per via della provenienza sospetta del denaro.
In un’anticipazione della trasmissione tv Report, è stata nel frattempo rivelata la vicenda dove il notaio Paolo De Martinis, che ha eseguito il rogito dell’operazione immobiliare di Siri, ha detto di aver segnalato la pratica all’Uif (Unità d’informazione finanziaria) della Banca d’Italia in quanto sospetta. La compravendita della palazzina residenziale di mille metri quadrati nel piccolo Comune a Nord di Milano c’è stata lo scorso 31 gennaio quando il senatore leghista ha intestato la proprietà alla figlia di 25 anni. La denuncia all’Uif si fa quando, tra le altre cose, si sospetta la provenienza dei capitali illeciti. I 585mila erogati per il mutuo sono un importo assai elevato, soprattutto perché non è presente una garanzia reale nell’atto, come un’ipoteca o la fideiussione. E questa è quantomeno una procedura atipica, anche se l’avvocato del senatore Siri, Fabio Pinelli, ha detto che l’operazione immobiliare è «stata corretta e la banca ha erogato un mutuo regolare».
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Da oltre due settimane Siri è al centro degli scontri Tra Lega e M5s per via dell’indagine per corruzione nei suoi confronti portata avanti dalle procure di Roma e Palermo. Siri è accusato di aver cercato di far approvare una serie di emendamenti a favore dei produttori di energia eolica, per favorire un imprenditore vicino alla mafia siciliana. In questa operazione Siri avrebbe ottenuto o gli sarebbe stata promessa una tangente di 30 mila euro. «La cosa più importante è rimuovere questo sottosegretario che getta ombre sul governo», dice Luigi Di Maio intervistato dal Gr1. «Vado in Consiglio dei ministri assolutamente tranquillo – dice Salvini – Sto aggiornando l’agenda su immigrazione e mafia, di questo mi occupo. Continuo a ritenere che in un Paese civile i processi si fanno in tribunale e se uno è colpevole si viene condannati da un giudice, non da un giornale».