Anche il governatore della Lombardia Attilio Fontana si ritrova indagato nell’ambito dell’inchiesta per le tangenti che si è abbattuta sui vertici regionali di Forza Italia. Fontana è stato convocato per lunedì prossimo 13 maggio dai pm milanesi per l’interrogatorio relativo all’accusa di abuso di ufficio. Le prime informazioni circolate sull’indagine facevano riferimento al presidente lombardo come «parte offesa». Dopo ventiquattro ore l’esponente della Lega di fatto è sotto inchiesta per abuso d’ufficio. La procura di Milano contesta a Fontana la nomina del suo socio di studio, Luca Marsico, tra i membri esterni del “Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici”.
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L’accusa contesta il fatto che il presidente della Regione, proponendo alla giunta di nominare Marsico, avrebbe violato il principio di imparzialità scegliendo il suo socio tra i 60 candidati che avevano risposto all’avviso pubblico. Secondo i pm milanesi, il forzista Gioacchino Caianiello finito agli arresti si sarebbe macchiato di «istigazione alla corruzione» nei confronti di Fontana, dopo la mancata rielezione in Regione del consigliere azzurro Luca Marsico, avvocato socio dello studio legale del governatore. L’inchiesta aveva riscontrato «la volontà del presidente Fontana di trovare il modo di ricollocare professionalmente il suo socio di studio». Di fronte alla quale Caianiello gli avrebbe proposto una sorta di particolarissimo «baratto»: la nomina alla direzione Formazione della Regione dell’Attuale direttore generale di Afol Metropolitana, Giuseppe Zingale, in cambio dell’affidamento di consulenze per 80/90mila euro l’anno da parte di Afol a favore di Marsico, che Caianiello con Fontana chiama «il nostro amico di studio». Nascerebbe qui l’indagine a suo carico. Fontana aveva detto “no” alla nomina di un uomo vicino a Gioacchino Caianiello, ma avrebbe comunque in un secondo momento collocato Marsico al “Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici”. Da un lato, dunque, lo stesso Fontana è parte lesa di un tentativo di corruzione «non percepito», dall’altra parte è iscritto nel registro degli indagati per abuso d’ufficio.
«Non ho alcuna remora o alcun timore», ha detto il presidente della regione Lombardia. «Le scelte che ho compiuto dall’inizio della legislatura sono state ispirate alla valutazione delle competenze e all’insegna della più completa correttezza nel metodo e nell’iter procedurale, come dimostrano anche gli atti che abbiamo già consegnato all’autorità giudiziaria». Il governatore lombardo ha incassato il sostegno del leader della Lega, Matteo Salvini: «Se qualcuno ha tentato di corrompere un governatore leghista che non si è fatto corrompere sono doppiamente orgoglioso. Se c’è prova di colpevolezza tanti saluti a prescindere dal colore politico, però la colpa va dimostrata»