Mancano due settimane alle elezioni per rinnovare il Parlamento europeo. In Italia si vota domenica 26 maggio dalle 7 alle 23. I seggi e le sezioni elettorali saranno gli stessi delle elezioni politiche nazionali. Potranno votare tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto 18 anni. Si tratta delle none elezioni europee dal 1979, anno della prima elezione diretta dell’Europarlamento. Anche nella maggior parte degli altri paesi dell’Unione Europea si voterà domenica 26, ma ci sono diverse eccezioni: nei Paesi Bassi si voterà giovedì 23 maggio, in Irlanda venerdì 24, in Repubblica Ceca sia venerdì 24 sia sabato 25, e infine in Lettonia, Malta e Slovacchia sabato 25. I risultati dei paesi che votano in anticipo saranno comunque diffusi dopo le 23 di domenica 26, per evitare condizionamenti.
I risultati arriveranno probabilmente nelle prime ore di lunedì 27, anche se alle 23 verranno diffusi exit poll effettuati in tutta Europa. Per sapere esattamente quali candidati saranno stati eletti ci vorrà invece un po’ più di tempo, dato che per fare i calcoli necessari va concluso lo spoglio in tutte le sezioni, in tutta Europa. Il voto si esprime tracciando una X su un unico simbolo di partito o di coalizione. Accanto a ogni simbolo ci sono anche tre spazi bianchi, su cui si possono scrivere fino a tre cognomi di candidati di quella lista. Nel caso di due o tre preferenze, devono riguardare candidati di genere diverso. Inoltre, non è permesso il cosiddetto voto disgiunto, cioè votare un partito e contemporaneamente scrivere il cognome di un candidato in un altro partito.
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I cittadini italiani votano per rinnovare i seggi destinati all’Italia al Parlamento Europeo, l’organo dell’Unione Europea che detiene il potere legislativo. I seggi assegnati all’Italia sono 73 su 751 (e con il rinvio della Brexit il numero dovrebbe rimanere invariato). Ogni stato membro, secondo quanto stabilito dai trattati Ue, ha un numero fisso di eurodeputati eletti: si va dai 6 di Malta, Lussemburgo, Cipro ed Estonia ai 96 della Germania. Ciascun partito o coalizione presenta una lista di candidati, diversa per ciascuna delle cinque circoscrizioni in cui è diviso il territorio italiano: Italia nord-occidentale (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia), Italia nord-orientale (Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna), Italia centrale (Toscana, Umbria, Marche, Lazio), Italia meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria) e Italia insulare (Sicilia, Sardegna).
Le legge elettorale italiana per le elezioni europee prevede un sistema proporzionale puro: se un partito ottiene un quarto dei voti totali, otterrà anche un quarto dei seggi. Il calcolo è fatto su base nazionale, e soltanto in un secondo momento applicato alla circoscrizione. Il partito che otterrà il 10% a livello nazionale otterrà di conseguenza il 10% dei seggi in ognuna delle cinque circoscrizioni. La soglia di sbarramento per ottenere almeno un seggio è fissata al 4% su base nazionale. Ciascun partito o coalizione italiana è affiliata a un gruppo politico che siede nel Parlamento Europeo: in base ai risultati dei vari partiti in tutti gli stati dell’Unione, si determinerà la maggioranza che controllerà i lavori del Parlamento nella prossima legislatura, che durerà fino al 2024. Attualmente la coalizione di maggioranza al Parlamento Europeo è formata dal Partito Popolare Europeo (centrodestra) e dai Socialisti e democratici (centrosinistra), spesso appoggiata dall’Alde (liberali). Il gruppo politico che otterrà più voti avrà anche diritto a indicare il prossimo presidente della Commissione Europea: è il processo del cosiddetto Spitzenkandidaten, che però non è scritto nei trattati europei e che quindi potrebbe essere messo in discussione.