Amazon entra nell’inevitabile futuro. I robot prenderanno il posto dei lavoratori nei magazzini di imballaggio del colosso di Seattle. Una svolta epocale che rappresenta una sorta di punto di non ritorno nel modo di pensare il lavoro del futuro, sempre che la parola “lavoro”, come ha ipotizzato dal filosofo Yuval Noah Harari, possa continuare ad avere il significato che le attribuiamo oggi nei prossimi anni di questo XXI secolo. Ottimizzare i tempi offrendo un servizio sempre più rapido all’acquirente è uno degli obiettivi di Amazon. E gli automi possono gestire fino a 700 scatole all’ora, circa cinque volte la velocità di un imballatore umano, secondo quanto riferisce Reuters. Le macchine richiedono però l’intervento di tre addetti: uno che carica gli ordini dei clienti, un altro che raccoglie il cartone e la colla necessari, e un tecnico per intervenire in caso di guasti o blocchi del processo.
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C’è un nastro trasportatore su cui scorrono le merci, i robot le scansionano, identificano forma e dimensioni e costruiscono un imballaggio su misura, per ottimizzare anche in questo senso. È un lavoro che, con meno precisione e risparmio, oggi fanno almeno 24 operatori umani, per un totale di oltre 1300 esuberti nei magazzini sparsi per gli Stati Uniti. Amazon si aspetta di recuperare i costi in meno di due anni, con un calcolo di costi di un milione di dollari per robot più le spese operative, racconta Reuters. E i robot sono italiani: si chiamano CartonWrap e li produce la Cmc di Città di Castello (Perugia).
In un tweet il vicepresidente per le operazioni di Amazon, Dave Clark, assicura che «l’obbiettivo del colosso di Seattle è favorire l’occupazione presente e futura». La base di dipendenti Amazon è cresciuta fino a diventare una delle più grandi negli Stati Uniti, Bezos ha aperto nuovi impianti e aumentato i salari per attrarre personale. Amazon, stando al tweet di Clark, ha nelle sue priorità lo sviluppo del lavoro tradizionale. Di certo c’è il ruolo dei robot per ora è confinato a mansioni a bassa richiesta di esperienza e di skill, e che lo stesso sviluppo delle tecnologie di automazione porteranno alla creazione di lavoro in molti ambiti, dall’ingegneria alla progettazione al design, fino alla fabbricazione. E infatti Amazon specifica: «Prevediamo che i risparmi dovuti all’efficienza saranno reinvestiti in nuovi servizi per i clienti, in cui continueranno a essere creati nuovi posti di lavoro». Nello scenario immaginato da Amazon agli umani saranno richieste mansioni a specializzazione sempre più alta e dalla formazione complessa, mentre le macchine svolgeranno i lavori più alienanti e con scarse o nulle possibilità di crescita.