In una lettera l’Onu chiede all’Italia di ritirare le direttive del Viminale sul salvataggio in mare e di interrompere immediatamente l’iter di approvazione del decreto sicurezza bis. E le motivazioni riportate sono chiare: il decreto voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini «mette a rischio i diritti umani dei migranti, inclusi i richiedenti asilo, fomenta il clima di ostilità e xenofobia, viola le convenzioni internazionali».
L’atto di accusa, riporta Repubblica, è contenuto in un testo che Beatriz Balbin, capo delle Special procedures dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani, ha inviato all’ambasciatore italiano all’Onu Gian Lorenzo Cornado, perché lo trasmetta al ministro italiano degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. E segue due richiami arrivati a Roma nel 2018 ma del tutto inascoltati dal governo italiano. Il documento fa richiesta a Moavero di «indicare in che modo il governo» stia rispettando i «propri obblighi di prevenire la perdita di vite umane dei migranti nel Mar Mediterraneo» e «il principio di non respingimento nel coordinare le operazioni di ricerca e salvataggio che coinvolgono la guardia costiera libica». Visti «i recenti rapporti delle Nazioni Unite che documentano uno schema di violazioni dei diritti umani contro i migranti in Libia, anche se perpetrato dalla guardia costiera libica». La Libia, ribadisce l’Onu, non è un porto sicuro.
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«Le direttive contro la nave Mare Jonio» continua l’Alto commissario «non sono state confermate da alcuna decisione dell’autorità giudiziaria competente». E sono «un altro tentativo politico di criminalizzare le operazioni di ricerca e salvataggio svolte dalle organizzazioni della società civile nel Mediterraneo». Oltre a «intensificare ulteriormente il clima di ostilità e xenofobia nei confronti dei migranti». Le preoccupazioni sono tante perché il decreto sicurezza bis potrebbe essere approvato dal Consiglio dei ministri di lunedì. Così l’Onu esprime «serie preoccupazioni» per le multe di alcune migliaia di euro previste dal decreto per chi fa ricerca e soccorso di vite umane ma non rispetta le convenzioni internazionali. Le cifre definitive saranno fissate al Consiglio dei ministri, nell’ultima versione del testo le sanzioni cambiano da penali ad amministrative. Ma di certo il soccorso non può essere sanzionato, sottolinea l’organismo di Ginevra. E chiede perciò «l’interruzione della procedura» destinata alla «approvazione del decreto sicurezza bis».