Il governo mantiene la linea dura contro l’Unione europea, allontanando l’ipotesi di una possibile manovra correttiva per rispettare le indicazioni della lettera Ue, pur ribadendo la volontà di portare avanti un «dialogo costruttivo» con Bruxelles, come ripetuto dal ministro dell’Economia Giovanni Tria in un’informativa urgente alla Camera sull’eventuale avvio di una procedura europea per disavanzo eccessivo nei confronti dell’Italia. Tra le priorità del Governo, annuncia, c’è quella di «normalizzare definitivamente le condizioni del nostro mercato dei titoli di Stato, la cui solidità è fondamentale non solo per i risparmiatori e le istituzioni finanziarie, ma anche e soprattutto per una vera ripresa dell’economia».
«Siamo un Paese che può pretendere più rispetto in Europa», tuona il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, ai microfoni di Rtl 102.5. «L’obiettivo è fare una legge di bilancio, a dicembre, in grado di aumentare gli stipendi e abbassare le tasse. Ci vuole un dialogo, e posizioni forti. Ma per noi di manovrina non si deve nemmeno parlare». Di Maio si allinea così al no netto pronunciato dall’altro vicepremier, Matteo Salvini, stanotte al termine del vertice di governo. «Obiettivo comune è evitare l’infrazione garantendo la crescita, il diritto al lavoro e il taglio delle tasse. Non ci sarà nessuna manovra correttiva e nessun aumento di tasse», aveva detto il vicepremier leghista. «Un terzo degli italiani ha votato Lega, quindi ha votato Salvini per chiedergli di fare in economia ciò che ha fatto per affrontare il problema dell’immigrazione incontrollata», aggiunge oggi in un’intervista a La Verità.
🔴"L'obiettivo è una #leggedibilancio che aumenti gli stipendi, con salario minimo e non solo, e diminuisca le tasse. Servirà dialogo con Ue ma anche prese di posizioni ferme. Io contro #Conte? Nessuno mi metterà mai contro di lui".@luigidimaio 🎙️#nonstopnews
— RTL 102.5 (@rtl1025) June 11, 2019
I vicepremier sono convinti che l’Ue non andrà fino in fondo. «Non so prevedere il futuro ma non credo che andranno fino in fondo», dice il capo politico dei Cinquestelle in merito alle decisioni dell’Ue sulla procedura di infrazione per l’Italia. Stesse parole utilizzate anche da Salvini: «Non credo che la Ue arriverà fino in fondo», dice, testuale, anche il leader della Lega a Libero. «Quello che chiediamo è ragionevole. In caso contrario cominceremo col tenerci i sei miliardi» che l’Italia «versa nelle casse dell’Unione ogni anno».
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Ed è lo stesso premier a rassicurare i suoi vice, confermando l’intesa sulla linea da seguire nei confronti della Commissione. «La filosofia non cambia: no austerity, no misure recessive», ha continuato Conte, escludendo il rischio di una manovra correttiva. «Io sotto assalto di Salvini e Di Maio su conti, Ue e tasse? Mi vogliono dettare l’agenda? No, non è stato questo l’atteggiamento, né questo il clima. Nessuno mi vuole mettere in un angolo, sono lo stesso che a dicembre ha evitato la procedura di infrazione al Paese salvaguardando le misure di protezione sociale, quota 100 e reddito di cittadinanza. Non ho cambiato filosofia». A rivendicarlo il presidente del consiglio Giuseppe Conte, a margine dell’assemblea di Assonime a proposito della riunione di ieri sera con Di Maio e Salvini. «Con i vicepremier c’è un clima di fiducia» ha continuato. Anzi, nell’esecutivo, ha aggiunto il premier, «c’è piena condivisione anche sulla necessità di evitare la procedura di infrazione «che sarebbe un danno per il Paese che ci esporrebbe a una fibrillazione dei mercati che rischia di non essere controllata».