I rapporti di vicinato tra Svizzera e Ue si sono incrinati. Entro il 30 giugno doveva essere rinnovato il patto di «convivenza» tra Berna e l’Unione, ma il governo federale non lo ha firmato. così Bruxelles già da lunedì farà scattare la prima importante sanzione finanziaria di Bruxelles contro la Confederazione: decadrà la cosiddetta «equivalenza» della Borsa di Zurigo con le altre piazze affari comunitarie. Non sarà più possibile, quindi, scambiare titoli del listino elvetico nelle altre Borse dei paesi Ue.
Pur non essendo un Paese dell’Ue, i rapporti tra Bruxelles e Zurigo sono regolati da un dozzina di trattati bilaterali che spaziano nei campi più diversi: la circolazione delle persone, delle merci, dei capitali, la collaborazione giudiziaria, il traffico aereo e ferroviario, la sicurezza. Quattro anni fa le parti hanno cominciato a rinegoziare e aggiornare parti del dossier ma alcuni capitoli non hanno convinto del tutto la Svizzera. L’ostacolo riguarda in particolare le regole di accesso al mercato del lavoro elvetico per i cittadini comunitari, l’accesso a una serie di prestazioni sociali svizzere sempre da parte di cittadini Ue e alcuni diritti legati alla cittadinanza. Berna ha chiesto via via più tempo per discuterne, Bruxelles ha posto un termine ultimo per sottoscrivere l’accordo (il 30 giugno, appunto) oltre il quale avrebbe attuato misure ritorsive.
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Così scaduti i tempi tecnici dal primo luglio l’Ue farà scattare le sanzioni. Ma il governo federale pensa già alla contromossa: la più probabile sarebbe bloccare lo stanziamento che la Svizzera versa alla Ue come fondo di coesione con i paesi dell’Est Europa. Per questo passaggio è però necessario un voto del parlamento che potrà arrivare solo in autunno.