La proposta di un incontro era arrivata attraverso Twitter, oggi l’incontro tra Donald Trump e Kim Jong-un al confine tra le due Coree nella zona demilitarizzata. Dopo la stretta di mano, i due hanno varcato insieme il 38° parallelo: Donald Trump è il primo presidente degli Stati Uniti ad aver messo piede in Nord Corea. «Non mi aspettavo di rivedere il presidente Trump qui, è un gran giorno» dice Kim Jong-un. «Sono orgoglioso, il mondo ci guarda», risponde Donald Trump.
After some very important meetings, including my meeting with President Xi of China, I will be leaving Japan for South Korea (with President Moon). While there, if Chairman Kim of North Korea sees this, I would meet him at the Border/DMZ just to shake his hand and say Hello(?)!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) June 28, 2019
Quello di oggi è stato il terzo incontro fra Trump e Kim. Il penultimo, avvenuto ad Hanoi a marzo, è fallito miseramente: si concluse senza dichiarazioni congiunte, con le due parti divise sulla denuclearizzazione della penisola. L’incontro di oggi fa ben sperare in un avvicinamento: «Quando sono diventato presidente la situazione era grave con la Nord Corea, era davvero pericoloso qui, ora guardate come vanno le cose tra di noi, in modo amichevole e pacifico. Le cose si muovono, vediamo che cosa succederà, nelle prossime settimane i team di negoziatori riprenderanno a discutere», ha commentato Trump. Poi ha ribadito di aver avuto l’idea improvvisa di «salutare il presidente Kim» – visto che si trovava ad Osaka per il G20 – aggiungendo: «Possono succedere cose davvero enormi, positive per la Nord Corea». La prima cosa enorme sarebbe vedere Kim alla Casa Bianca. E non mancherà occasione, perché Trump lo ha invitato: «È arrivato il momento», ha detto il presidente Usa.
"I would invite him right now to the White House," US President Trump says after stepping into North Korea with Kim Jong Un https://t.co/BdopR30sZL pic.twitter.com/3X6LZtBhXM
— CNN (@CNN) June 30, 2019
Trump è arrivato a Panmunjom, il villaggio dove nel 1953 fu firmato il cessate il fuoco dopo tre anni di carneficina nella penisola coreana, sull’elicottero Marine One scortato da Black Hawk da combattimento. Accompagnato dal presidente sudcoreano Moon Jae-in, è salito su una torretta d’osservazione. «Qui c’era un grande conflitto, un tremendo conflitto e morte tutto qui intorno. Era un posto pericoloso, molto pericoloso» ha detto Donald Trump visitando per la prima volta la torretta , prima dell’incontro con il leader nordcoreano Kim Jong-un. «Adesso, sembra estremamente pacifico. È un mondo completamente differente e lo dico ancora per quelle persone che dicono che niente è stato raggiunto». Poi la stretta di mano con il leader nordcorano e un colloquio privato di 50 minuti, durante il quale hanno avuto la possibilità di chiarirsi le idee dopo l’ultimo fallimentare appuntamento di febbraio ad Hanoi. Trump aveva detto che si sarebbe trattato solo di un’occasione per stringersi la mano e dire «Hello», ma la lunghezza del colloquio privato lascia sperare in qualcosa di più.
E così è stato. A termine della riunione nella Freedom House i due Paesi hanno quindi annunciato di far ripartire i colloqui a livello operativo. «Nelle prossime settimane designeremo un team perché lavori a un accordo ad ampio raggio. È un grande giorno. Poi vediamo cosa succede» ha detto il presidente Donald Trump, parlando ai media dopo aver accompagnato il leader Kim Jong-un al Nord. Il tycoon ha ribadito che «non c’è fretta». Delle sanzioni, che restano attualmente in vigore, «a un certo punto parleremo durante i negoziati». Trump ha anche annunciato che le delegazioni degli Stati Uniti e della Corea del Nord avvieranno «nelle prossime due o tre settimane colloqui sul programma nucleare di Pyongyang».