Nei primi sei mesi del 2019 il governo gialloverde ha rimandato a casa poco più di tremila migranti. Un numero di gran lunga inferiore rispetto a quanto previsto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini che in campagna elettorale prometteva «biglietti di solo andata» per seicentomila migranti. I dati del Viminale, pubblicati da Il Sole 24 Ore, vanno nella direzione opposta a quella indicata dal vicepremier Salvini: nella prima metà dell’anno il governo ha portato a termine 3.299 rimpatri. Ipotizzando la stessa cifra anche nel secondo semestre del 2019 si arriverà a circa 6.500 rimpatri. Che saranno sicuramente meno dei 7.383 del 2017 e dei 7.981 nel 2018 quando il ministro dell’Interno era Marco Minniti.
Dati alla mano, dunque, questo governo sta rimpatriando meno persone del governo precedente. Anche se si prende in considerazione il primo anno di governo, da giugno 2018 a giugno 2019, i rimpatri sono stati 7.286, sempre meno di quando governavano Gentiloni e Renzi. Ed è proprio sul tema dei rimpatri che nei mesi scorsi si era aperta una falla tra M5s e Lega. I pentastellati “rimproveravano” al ministro dell’Interno di non mantenere le promesse elettorale. Dichiarazioni che avevano infastidito, e non poco, il leader della Lega, ma ora i dati del Viminale sembrano dare ragione ai Cinquestelle.
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Qualcuno potrebbe obiettare che gli sbarchi sono calati di molto, anche se i rimpatri si fanno sulle persone sbarcate almeno due anni prima, non sulle persone appena sbarcate. In termini assoluti, l’Italia è al sesto posto per ordini di espulsione dietro alla Francia (105.560), la Spagna (59.255), la Grecia (58.325), la Germania (52.930) e la Polonia (29.375). Secondo l’ufficio statistico comunitario, lo scorso anno nella Ue ci sono stati 113.630 rimpatri, di cui più della metà volontari (57.545). E proprio per incentivare i rimpatri volontari il 31 ottobre scorso il ministero dell’Interno ha annunciato lo stanziamento di 12 milioni di euro per il finanziamento di progetti legati al Rimpatrio Volontario Assistito e Reintegrazione di almeno 2.700 cittadini di paesi terzi. I finanziamenti provengono dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (Fami), istituito dall’Unione europea nell’aprile 2014. Ma con scarsi risultati. Anche sui dublinanti (i migranti che sono sbarcati in Italia e poi hanno passato il confine illegalmente verso il nord Europa) il governo non sta ottenendo risultati migliori dei precedenti. Secondo l’Ispi nel 2018 l’Italia ha accettato il massimo numero di trasferimenti di dublinanti di sempre. Austria, Francia, Svizzera e Germania hanno trasferito verso l’italia circa 6.300 migranti che, dopo essere arrivati in Italia, erano andati nei loro paesi.