Il ban di Trump non ha impedito alle aziende cinesi di crescere. Per la prima nella storia di Fortune Global 500, la tradizionale classifica sulle maggiori aziende al mondo per fatturato, le aziende cinesi presenti in graduatoria superano quelle americane: 129 (comprese 10 taiwanesi) contro 121. Cina e Stati Uniti si contendono lo scettro del potere economico mondiale da sempre. Nell’ultimo periodo, però, gli equilibri che hanno trainato le due economie per almeno un decennio sembrano essersi capovolti. Il cosiddetto “secolo americano” è agli sgoccioli e Trump sta facendo di tutto per ritardarne la fine. L’escalation di dazi e il ban Huawei vanno in questa direzione.
Se alla fine del secolo scorso la Cina poteva essere considerata la fabbrica del mondo, che produceva merci di scarsa qualità o componenti per prodotti destinati ad essere assemblati altrove per essere venduti a basso prezzo nei paesi più sviluppati, oggi la situazione è completamente cambiata. Le aziende cinesi hanno raggiunto livelli di qualità rappresentando una minaccia anche per la prima economia mondiale. E la partita si gioca soprattutto sul fronte tecnologico. L’amministrazione Trump ha inserito Huawei e altre società affiliate in una lista nera impedendogli di commercializzare con le aziende statunitensi, adducendo accuse pesantissime circa la sicurezza nazionale.
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Ma la Cina non sembra essere preoccupata. E la classifica Fortune Global 500 le da ragione. Alibaba e Tencent sono pronte a competere con i rivali statunitensi sul piano dell’innovazione, oltre che su quello finanziario. La loro capitalizzazione di mercato è ormai costantemente sopra i quattrocento miliardi di dollari, tallonando da vicino nomi come Google, Facebook e Amazon. Ma tornando alla classifica, l’azienda più importante al mondo per fatturato è l’americana Walmart, con oltre 514 miliardi. Quello di Walmart è ormai un dominio ormai consolidato, dato che la sua leadership è tale da sette anni. Al secondo posto però troviamo subito un’azienda cinese, la petrolifera Sinopec Group. Chiude il podio un’altra petrolifera: l’olandese Royal Dutch Shell. Buoni piazzamenti per Volkswagen, Toyota ed Apple rispettivamente nona, decima e undicesima. Amazon, che fra tutte è quella con maggior capitalizzazione in borsa, si ferma al 13esimo posto, mentre la sudcoreana Samsung si piazza al quindicesimo.