Il senatore leghista Armando Siri, già indagato a Roma per corruzione, adesso è nel mirino della Procura di Milano per il reato di autoriciclaggio nell’inchiesta con al centro due mutui ritenuti anomali, concessi dalla Banca Agricola di San Marino. Secondo i magistrati con uno dei due mutui concessi, Siri avrebbe acquistato una palazzina a Bresso, in provincia di Milano, alla figlia. Il prestito in questo caso ammonterebbe a circa 600mila euro. Il secondo prestito invece, senza garanzie, è stato erogato in favore della TF Holding, società che appartiene a due baristi di Milano ma che secondo l’accusa sarebbe collegata allo stesso Armando Siri. E proprio su questo secondo filone, nel corso di questa settimana, sono state effettuate alcune perquisizioni e alcuni sequestri da parte della Guardia di Finanza.
Alle accuse che arrivano dalla Procura aveva già risposto ieri con una nota la la Banca Agricola di San Marino: «La stipula del mutuo ad Armando Siri non ha determinato alcun tipo di danno all’istituto. La sua incidenza si attesta allo 0,17% del totale dei crediti concessi. Senza alcuna intermediazione politica, la banca ha accordato a Siri un mutuo allo scopo di acquistare un fabbricato da mettere a reddito; ad oggi, non vi è alcun elemento che lasci presumere una minor capacità di rimborso da parte di Siri. Sul piano patrimoniale, la banca presidia quotidianamente tutte le proprie ragioni di credito».
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Siri è indagato da mesi per corruzione dalla Procura di Roma per i rapporti con l’imprenditore dell’eolico Paolo Arata: è accusato di aver ricevuto 30mila euro, o la promessa di quel denaro, in cambio dell’approvazione di una norma legata alla costruzione di impianti eolici. L’ipotesi degli inquirenti è che Arata abbia in qualche modo “pilotato” la nomina di Siri a sottosegretario.