
Nelle ultime ore negli Stati Uniti sono morte 29 persone in due sparatorie di massa: in un supermercato di El Paso, in Texas, dove un 21enne ha ucciso 20 persone, e fuori da alcuni locali di Dayton in Ohio dove sono state uccise 9 persone. Cifre che si inseriscono nei dati dei mass shooting, cioè gli assalti a mano armata in luoghi pubblici: dall’inizio dell’anno a oggi (217 giorni) negli Stati Uniti ci sono state 246 vittime e 979 feriti in 249 distinti assalti. In media, quindi, più di una persona al giorno è morta in attacchi da parte di killer solitari armati di fucili o pistole.
Una vera e propria forma di terrorismo interno che ha visto spesso protagonisti suprematisti bianchi e che ha ampiamente superato il bilancio delle vittime del terrorismo islamico. Fino ad oggi l’episodio più sanguinoso dell’anno è stato proprio quello del 3 agosto a El Paso, in Texas: le autorità seguono la pista del crimine d’odio dopo essere entrati in possesso di un manifesto suprematista del killer 21enne. A seguire, l’attacco di Virginia Beach, dove il 31 maggio sono morte 13 persone e 4 sono rimaste ferite, e quello al Garlic festival di Gilroy, in California, con 4 morti e 12 feriti. Nella storia degli Stati Uniti l’assalto più sanguinoso resta quello avvenuto il primo ottobre del 2017 a Las Vegas: 59 morti e 489 feriti. Il 2017 è anche l’anno peggiore per numero complessivo di vittime da armi da fuoco: 14.542 morti.
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I continui episodi di mass shooting riaccendono il dibattito sulla diffusione delle armi negli Stati Uniti, anche se fino a oggi ogni tentativo di riformare la legge in senso più restrittivo si è rivelato vano. Il diritto a possedere un fucile o una pistola per un privato cittadino è garantito dal secondo emendamento della Costituzione americana che recita testualmente: «Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto». Di questo scudo si è sempre fatta forte la Nra (National rifle association), la potente lobby delle armi negli Stati Uniti. Si calcola che nel paese circolano oltre 350 milioni di fucili e pistole contro una popolazione di 318 milioni di persone. Nel febbraio di quest’anno la camera americana ha approvato una legge che cerca di porre un limite alla diffusione delle armi: in particolare vengono introdotti maggiori controlli su chi ha precedenti penali. Manca ancora, però, l’approvazione da parte del Senato. Il sì definitivo e l’entrata in vigore della nuova norma è però tutt’altro che scontata: Donald Trump ha fatto sapere con una nota ufficiale che intende porre il veto sulla nuova legge.