Se Google stacca la spina dopo il ban di Trump, Huawei ha già pronto il piano B: un sistema operativo open source fatto in casa, HarmonyOS, che potrà essere utilizzato su dispositivi diversi – dagli smartphone alle tv – alternativo a Android e rivale anche di iOS. La presentazione è avvenuta a Dongguan, in Cina, nel corso della prima conferenza annuale con gli sviluppatori. Ad annunciarlo è stato il Ceo della divisione Consumer Business Group e direttore esecutivo di Huawei, Richard Yu: «Stiamo entrando in un’era in cui le persone si aspettano un’esperienza olistica intelligente attraverso tutti i dispositivi e gli scenari. A supporto di ciò, abbiamo ritenuto importante disporre di un sistema operativo con funzionalità multipiattaforma migliorate. Avevamo bisogno di un sistema operativo che supportasse tutti gli scenari, che potesse essere utilizzato su un’ampia gamma di dispositivi e piattaforme e che potesse soddisfare la domanda dei consumatori di bassa latenza e sicurezza».
Ma quando il Ceo di Huawei parla di «tutti gli scenari», intende abbastanza esplicitamente la partita con Google per Android. Se il ban commerciale imposto da Trump, la cui deroga scade il 19 agosto, dovesse rimanere attivo, Huawei ha già la risposta ed è HarmonyOS. Anche se la strada di un sistema operativo proprietario era già tracciata: gli ingegneri di Shenzhen erano al lavoro già dal 2017 e la mossa della Casa Bianca avrebbe solo accelerato i tempi. Nonostante lo sviluppo di quest’ultimo sia cominciato un paio di anni fa, Richard Yu ha comunque chiarito che l’azienda continuerà a fare affidamento su Android, in quanto soddisfatto delle performance raggiunte. Molto dipenderà da quello che succederà il prossimo 19 agosto. Se alla scadenza della deroga concessa da Trump Google fosse costretta a staccare la spina di Android sui futuri device del colosso cinese, è molto probabile che da Shenzhen accelerino con l’implementazione di HarmonyOS. Di certo si sa che Huawei rilascerà immediatamente una versione 1.0 che sarà Open Source. E il primo mercato a recepirla sarà quello cinese: l’idea di Huawei è comunque quella di un’introduzione graduale, che magari punti l’obiettivo su un paio d’anni.
Secondo la descrizione fornita da Yu in fase di presentazione, HarmonyOS sarà molto diverso da Android e iOS. «Si tratta – ha detto Yu – di un sistema operativo basato su microkernel che offre un’esperienza fluida in tutti gli scenari. Ha un’architettura affidabile e sicura e supporta la collaborazione senza soluzione di continuità tra i dispositivi. Gli sviluppatori potranno produrre le loro App una volta sola, per poi distribuirle in modo flessibile su una vasta gamma di dispositivi diversi». Altra caratteristica, già discussa nei mesi scorsi, sarà la velocità di esecuzione grazie a un componente chiamato Deterministic Latency Engine: HarmonyOS darà priorità a determinate azioni, destinando loro più risorse. Secondo Huawei questo dovrebbe migliorare l’efficienza a quasi 5 volte in più rispetto ai sistemi attuali.