Colpo di scena di Salvini al Senato. Prima di passare al voto sul calendario dei lavori del Parlamento che porterà al voto della mozione di sfiducia presentata dalla Lega nei confronti del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il vicepremier leghista ha accettato il taglio dei parlamentari chiesto più volte dal M5s. «Votiamo il taglio dei parlamentari la prossima settimana e poi subito al voto» ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini in Aula, rispondendo all’appello più volte lanciato «dall’amico e collega Luigi Di Maio», che «l’ha scritto e detto ovunque» e dal quale «ora mi aspetto coerenza e dignità».
Salvini ha quindi ufficialmente cambiato strategia. Fino a questo momento, infatti, la Lega si era sempre opposta chiedendo il ritorno alle urne nel più breve tempo possibile. Adesso che sulla riforma per il taglio ai parlamentari voluta dal M5s stava nascendo una convergenza alternativa con Pd e Leu ha ribaltato la sua posizione. Alternativa benedetta in conferenza stampa anche dall’ex premier Matteo Renzi: «Il Senato dimostra che un’altra maggioranza è possibile». Ora però, la proposta di Salvini fa saltare ancora il banco. «Renzi è disperato, ha la coscienza sporca e il terrore degli elettori, perché sa che con i disastri che ha fatto gli italiani lo mandano a casa immediatamente quindi piuttosto che lasciare la poltrona sta qua col Vynavil», ha detto in Aula Salvini. «Amici 5 Stelle pensateci tre volte prima di allearvi con questa squadra e poi auguri eh, fate quello che ritenete» ha detto poi il ministro dell’Interno rivolto ai Cinquestelle, «noi andiamo a testa alta a chiedere agli italiani la possibilità di prendere per mano questo Paese i prossimi 5 anni e non abbiamo paura di alzarci dalle poltrone».
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Il Senato ha poi deciso a maggioranza che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, riferirà in aula il prossimo 20 agosto alle 15 sulla crisi politica che si è aperta cinque giorni fa, quando la Lega aveva annunciato che intende togliere il proprio sostegno al governo, e aveva presentato in tal senso una mozione di sfiducia. Il calendario è stato approvato con i voti del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico, mentre la richiesta di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia di votare subito la mozione di sfiducia a Conte è stata, dunque, bocciata. Non è ancora finita: stasera alle 20 si riunisce la conferenza dei capigruppo alla Camera, che dovrà decidere se e quando calendarizzare il voto finale sulla riforma. Bisognerà capire cosa intende fare il Movimento 5 Stelle, ora che Salvini si è detto disposto a votarla.