«Ho detto che sarei stato avvocato del popolo, per questo oggi devo interrompere qui il governo». Il giorno della resa dei conti è arrivato. In Senato il premier Giuseppe Conte ha annunciato la fine dell’esperienza a Palazzo Chigi: «Ho sempre sostenuto che in caso di interruzione anticipata di governo, sarei tornato qui, sede istituzionale dove ho raccolto la fiducia. Siamo al cospetto di una situazione grave della crisi che comporta conseguenze per la vita del Paese. Avete offeso la realtà dei fatti. Questo governo si arresta qui». L’avvocato, prestato alla politica, fa una dura requisitoria contro Matteo Salvini per aver avviato la crisi «perseguendo interessi personali» e per la sua «mancanza di sensibilità istituzionale e cultura costituzionale».
«Caro Matteo – ha detto Conte rivolgendosi direttamente al suo vicepremier – promuovendo questa crisi di governo ti sei assunto una grande responsabilità di fronte al Paese. Hai chiesto pieni poteri e hai invocato le piazze a tuo sostegno. Questa tua concezione mi preoccupa. Le questioni istituzionali non si regolano nelle piazze ma nel Parlamento». Citando poi Federico di Svevia ha detto che «non abbiamo bisogno di persone con i pieni poteri ma di persone con piena responsabilità». «Amici della Lega, avete tentato di comunicare l’idea del governo dei no e, così, avete macchiato 14 mesi di intensa attività di governo pur di alimentare questa grancassa mediatica. Così, avete offeso non solo il mio impegno personale, e passi, ma anche la costante dedizione dei ministri», continua Conte più volte interrotto dalle proteste dei leghisti, dagli applausi ironici di FI, da vere e proprie “tifoserie” come le ha definite Casellati.
Il premier ha poi ricordato i tanti provvedimenti adottati dall’esecutivo, accusando la Lega di avere «oscurato» e «offuscato» il lavoro svolto. «Questo è un governo che ha lavorato intensamente fino all’ultimo giorno e prodotto significative riforme, altro che governo dei no». «Avete calpestato le misure come reddito di cittadinanza e Quota cento. Avete cancellato provvedimenti e successi ottenuti come quella delle Olimpiadi 2026». Per Conte la verità è un’altra, e cioè che all’indomani delle elezioni per il rinnovo dell’Europarlamento la Lega abbia cercato a tutti i costi di prendere le distanze dall’esecutivo per poi cercare di monetizzare anche in chiave nazionale il consenso ottenuto nel voto europeo. «Perché aprire la crisi ad agosto – si è chiesto Conte – quando era già chiara, dopo le elezioni europee, l’insofferenza della Lega? È stato un gesto di grave imprudenza istituzionale nei confronti del parlamento. Suscettibile di precipitare il Paese in una fase di incertezza politica e debolezza finanziaria. Peraltro annunciata dopo la fiducia ottenuta sul decreto Sicurezza bis, una scelta temporale che suggerisce opportunismo politico». Il tutto senza che vi sia stato, in coerenza, il ritiro della delegazione leghista al governo.
Il presidente del Consiglio non ha sorvolato sulle vicende legate al cosiddetto «Russiagate» che vedono coinvolto lo stesso Salvini: «Se avessi accettato di venire a riferire in Senato su una vicenda che richiede di essere chiarita anche per i riflessi internazionali avresti evitato problemi al tuo presidente del Consiglio». Gli ha poi rinfacciato di avere più volte «invaso le competenze» degli altri ministri, finendo per minare l’efficacia dell’azione dell’esecutivo e lo ha accusato di avere criticato più volte alcuni ministri evidenziando una mancanza di «cultura delle regole». Conte ha poi detto a Salvini di non avere gradito l’accostamento agli slogan politici i simboli religiosi, considerandoli «episodi di incoscienza religiosa» che rischiano di offendere il sentimento dei credenti e al tempo stesso di oscurare il principio di laicità, «tratto fondamentale dello Stato moderno».
Conte si rivolge poi a M5s chiedendo di fare tesoro dell’esperienza del governo e poi fissa delle priorità di azione futuro, tra cui richiamare i tanti giovani italiani all’estero e consolidare il primato tecnologico italiano nelle rinnovabili. «La crisi in atto compromette l’azione di questo governo che qui si arresta – ha detto Conte -. Ma bisogna andare avanti, c’è gran bisogno di Politica con la P maiuscola, bisogna progettare il futuro, offrire opportunità ai nostri giovani, che vanno trattenuti e non costretti ad abbandonare il Paese». Ultima stoccata alla politica che insegue il consenso sui social network e i titoli dei giornali.