Lo scenario di un possibile governo giallorosso è ancora lontano. Il presidente della Repubblica Mattarella dopo aver incontrato la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il presidente della Camera Roberto ha avviato le consultazioni con tutti i gruppi parlamentari. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha manifestato la sua disponibilità a un «governo di svolta» e di «discontinuità», in caso contrario meglio le urne. Da Forza Italia Silvio Berlusconi ha invocato una «maggioranza di centrodestra o elezioni anticipate», e Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia ha parlato del «voto come unico esito possibile». Salvini ha detto «subito al voto», ma ha lasciato aperto uno spiraglio agli ex alleati. Sul fronte opposto il M5s che dice «no al voto» e «sì ad un governo con una maggioranza solida».
«Si rischia dia ritornare alla situazione di crisi del 2008»: per questo il Movimento 5 Stelle è pronto a far parte di un nuovo Governo che si impegni a realizzare una lista di obiettivi politici, «10 impegni presi con gli italiani» e che devono essere «la priorità». Si va dal taglio ai parlamentari alla riforma del sistema creditizio, alla riforma della giustizia al contrasto dell’immigrazione clandestina e alla riforma del Regolamento di Dublino. È quanto ha detto il leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio dopo essere stato a consulto da Sergio Mattarella sulla crisi politica.
Anche il Pd ha espresso la disponibilità a verificare l’esistenza di una diversa maggioranza «nel segno della discontinuità». «Per noi non sarà facile – ha detto Zingaretti – perché una grande distanza politica ci separa da altre forze politiche, in particolare dal Movimento cinque stelle.». Il segretario del Pd ha dunque ribadito quali sono i «paletti» già piantati con la sua relazione di ieri sulla strada della formazione di un eventuale governo di legislatura M5s-Pd: fedeltà alla Ue, democrazia e centralità parlamentare, immigrazione, ambiente, tasse e blocco dell’aumento del’Iva. Ma la traduzione autentica è, secondo la squadra di Zingaretti, la seguente: innanzitutto, quando si parla di centralità del ruolo del Parlamento, si legga no alla riforma pentastellata che punta a tagliare di un terzo il numero di deputati e senatori; quando si insiste sulla rivisitazione dalla politica sui flussi immigratori, si intenda una cancellazione totale o parziale degli ultimi due decreti sicurezza che portano la firma del presidente Conte e del ministro Salvini; sulla manovra finanziaria si propone di scoprire subito le carte in tavola mettendo nero su bianco i numeri e le partite di spesa per scongiurare l’aumento dell’Iva.
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Per Fratelli d’Italia «le elezioni sono oggi l’unico esito possibile, rispettoso dell’Italia, dei suoi interessi, del suo popolo e della Costituzione, l’unico modo per avere un governo stabile». «Ho sentito Salvini», ha detto la leader di Fdi Giorgia Meloni, spiegando che «se si andasse al voto ci sarebbe una compagine formata da Fdi e Lega sicuramente, vedremo cosa fa Fi, e sicuramente sarebbe già maggioritaria». In caso di valutazione di mandato esplorativo, per Meloni, l’idea è affidarlo ad un esponente del centrodestra.
Anche per Forza Italia ha ancora senso una coalizione di centrodestra. «Il centrodestra è la maggioranza uscita dalle urne alle scorse politiche ed è oggi la maggioranza naturale degli italiani» ha detto Berlusconi al termine delle consultazioni, spiegando che «l’Italia ha bisogno di un centrodestra moderno», «con vocazione europeista». Per il Cavaliere quindi «occorre costituire una maggioranza di centrodestra e qualora non fosse possibile realizzarla, la via maestra sono le elezioni anticipate». «L’esperienza appena conclusa – ha avvertito – dimostra che i progetti di governo si fanno con i tempi e con le idee compatibili, non dopo il voto ma prima. Quindi un governo non può nascere in laboratorio, se basato solo su un contratto». E dunque «vogliamo mettere in guardia da un esecutivo frutto di maggioranza tra diversi e improvvisata che esiste solo in Parlamento e non rispetta gli elettori».
«L’Italia non può permettersi di perdere tempo e la via maestra per risolvere la crisi politica non possono essere giochini di palazzo o governi contro, ma solo le elezioni», ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini al termine delle consultazioni al Quirinale. La sovranità appartiene al popolo, chi meglio degli imprenditori, agricoltori pensionati e studenti può decidere a chi affidare le sorti del Paese». Salvini, però, ha anche riaperto ai 5 stelle: «Se vogliono far ripartire il governo e il Paese noi ci siamo. Se qualcuno mi dice ragioniamo, diamoci un tempo per trasformare i no in sì, non porto rancore, sono un uomo concreto, l’unica cosa irrispettosa sarebbe vedere rientrare dalla finestra quei Renzi, Boschi e Boldrini che sono stati cacciati dal popolo italiano».