Scatta la fase due prevista dal reddito di cittadinanza. Fino a oggi i beneficiari avevano visto riconosciuto il loro diritto ad avere il sussidio, ma ora dovranno mostrare di essere disposti ad attivarsi nella ricerca di un lavoro. Secondo le stime del ministero del Lavoro sono 704.595 i beneficiari che verranno convocati dai centri per l’impiego, con l’obiettivo di trovare una nuova occupazione. Si tratta di coloro che hanno ricevuto la carta prepagata tra aprile e luglio.
La convocazione arriva dopo una serie di ritardi: il “decretone” prevede infatti che la sottoscrizione del Patto per il lavoro avvenga entro un mese dal riconoscimento del reddito. Per i primi beneficiari sono passati in realtà già 5 mesi. Il ritardo è dovuto soprattutto alle difficoltà nel trovare un accordo con le Regioni sulla questione dei navigator: l’intesa è arrivata solamente a fine giugno. La partenza della fase due sarà infatti anche l’occasione per l’avvio, dopo la formazione in aula, del training on the job per i navigator contrattualizzati da Anpal Servizi «proprio – sottolinea l’Agenzia – per fornire assistenza tecnica ai Centri per l’impiego nell’ambito del Patto per il lavoro».
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I beneficiari dovranno firmare il “Patto per il lavoro” per cominciare la ricerca ma anche per non perdere l’assegno stesso. Come previsto dalla legge, saranno chiamati non soltanto gli intestatari del reddito ma anche i componenti del nucleo familiare maggiorenni che non sono occupati e che non frequentano un corso di studi. Sono esclusi invece i beneficiari della pensione di cittadinanza, i beneficiari di età pari o superiore a 65 anni, nonché i componenti con disabilità (fatta salva la volontaria adesione a un percorso personalizzato). Possono essere esonerati invece al momento della convocazione coloro che hanno figli con meno di 3 anni o componenti del nucleo familiare con disabilità grave o non autosufficienti. Ma anche i frequentanti di corsi di formazione e gli occupati a basso reddito. Per alcune famiglie in particolari situazioni di disagio è possibile attivare invece il Patto per l’inclusione sociale.
La norma stabilisce che «il beneficiario deve collaborare con l’operatore addetto alla redazione del bilancio delle competenze e rispettare gli impegni previsti nel Patto per il lavoro, tra i quali rientra quello di accettare almeno una di tre offerte di lavoro congrue». Alla definizione di ciò che è “congruo” concorrono tre fattori: la coerenza tra l’offerta di lavoro e le esperienze e competenze maturate; la distanza del luogo di lavoro dal domicilio e i tempi di trasferimento mediante mezzi di trasporto pubblico; durata dello stato di disoccupazione. Il decreto stabilisce anche i principi secondo cui valutare la distanza, a seconda dell’anzianità di percezione del sussidio. Per i primi dodici mesi di «è congrua un’offerta entro cento chilometri di distanza dalla residenza del beneficiario o comunque raggiungibile nel limite temporale massimo di cento minuti con i mezzi di trasporto pubblici, se si tratta di prima offerta, ovvero entro duecentocinquanta chilometri di distanza se si tratta di seconda offerta, ovvero, ovunque collocata nel territorio italiano se si tratta di terza offerta».
Secondo quanto riportato da Anpal Servizi la maggior parte delle chiamate partirà dalle regioni del Sud. Circa il 65% dei beneficiari infatti proviene da Campania (178.370), Sicilia (162.518), Calabria (64.057) e Puglia (50.904). È evidente che i navigator non avranno un compito semplice, visto che si tratta delle regioni dove le possibilità di lavoro sono più basse. Se la media nazionale stima per ogni navigator l’assistenza a 236 disoccupati, al Sud dovranno occuparsi di 379 percettori del reddito di cittadinanza in Campania e Sicilia, 377 in Calabria. Al contrario in Lombardia e Veneto ogni navigator avrà in carico 102 persone in cerca di lavoro.