Ha riscritto la storia del tennis italiano, meritandosi un posto in semifinale agli US Open 42 anni dopo Corrado Barazzutti, che nel 1977 raggiunse il penultimo atto dello Slam americano. Matteo Berrettini, però, non ha intenzione di risvegliarsi da un sogno destinato a cambiargli carriera e probabilmente vita. Dopo aver battuto il francese Gaël Monfils ai quarti di finale degli US Open (in cinque set con il punteggio di 3-6, 6-3, 6-2, 3-6, 7-6), è pronto alla sfida contro uno dei suoi idoli di sempre, lo spagnolo Rafa Nadal.
«Sono felicissimo, per me, per il mio team, per la mia famiglia e per tutti i tifosi italiani, sia quelli presenti qui a New York che i tanti a casa che mi seguono fino a tarda notte», ha affermato il 23enne romano ai microfoni di Eurosport. Dopo aver perso negli ottavi a Wimbledon contro Federer, per via di un infortunio alla caviglia il tennista azzurro ha saltato un paio di tornei prima di perdere subito a Cincinnati. Sotto la guida di Vincenzo Santopadre, agli US Open si è presentato in grande forma e ha spazzato via gli avversari: il primo è stato Gasquet, poi ha sconfitto gli australiani Thompson e Popyrin, negli ottavi si è sbarazzato di Rublev, mercoledì sera ha vinto una grande battaglia con Monfils, battuto al tie-break del quinto set dopo quasi quattro ore di gioco.
Matteo Berrettini è attualmente al 25esimo posto nella classifica ATP, la classifica mondiale dei giocatori di tennis professionisti. Ha iniziato a giocare a tennis a 4 anni ed ha esordito professionalmente sulla terra rossa nell’agosto 2014. Finora ha vinto tre titoli ATP 250, due sulla terra e uno sull’erba. Sempre sull’erba, poi, ha raggiunto il traguardo più importante in uno Slam prima degli US Open di quest’anno, cioè gli ottavi di finale a Wimbledon, contro Roger Federer. Nella sua bio vengono segnalate anche le sue passioni: la carbonara, l’hip hop, la Fiorentina e Lebron James, mito assoluto del basket.