Dopo il voto favorevole alla Camera dei Comuni, anche i Lord hanno approvato una legge per obbligare il primo ministro Boris Johnson a chiedere una proroga sulla Brexit se entro il prossimo Consiglio Europeo del 17 ottobre non avrà ottenuto un nuovo accordo dall’Ue, oppure se il Parlamento non avrà ratificato l’accordo negoziato dal governo precedente. Per la definitiva approvazione della legge anti-no deal, manca solo il “Royal Assent”, la firma della regina Elisabetta.
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Per giorni Johnson ha osteggiato la legge, che è stata approvata grazie a una maggioranza trasversale di parlamentari contrari all’uscita del Regno Unito senza accordo. Il deposito della legge in Parlamento è previsto per lunedì, lo stesso giorno in cui l’esecutivo di Johnson intende riproporre, come da accordi con le opposizioni, la mozione per il voto anticipato entro il 15 ottobre, due giorni prima del Consiglio europeo, anche se quest’ultime sono ancora decise a far mancare il quorum per l’approvazione. Laburisti, LibDem, Scottish National Party e i gallesi del Plaid Cymru hanno annunciato il voto contrario o l’astensione per la mozione del premier, facendo così mancare la maggioranza dei due terzi necessaria per la fine anticipata della legislatura. L’idea è quella di costringere Johnson ad andare a Bruxelles a chiedere un rinvio della Brexit, ipotesi che il premier vuole assolutamente evitare, oppure a dimettersi. In quest’ultimo caso, potrebbe nascere un governo di unità nazionale che porti il Paese alle urne a novembre.