Utili per combattere la stanchezza cronica o, nel periodo invernale, le sindromi influenzali, ricchi di antiossidanti e vitamina C, gli agrumi rappresentano i più preziosi alleati delle nostre difese immunitarie. Sin dall’antichità per esempio soprattutto i marinai li mangiavano per combattere lo scorbuto, malattia del tessuto connettivo ed osseo dovuta a carenza di acido ascorbico (vitamina C). Non avremmo mai pensato che frutti ricchi di vitamine e minerali, dotati di speciali proprietà terapeutiche, potessero rivelarsi pericolosi. Eppure gli agrumi possono scatenare allergie alimentari, respiratorie o da contatto.
Dal punto di vista della composizione gli agrumi – arancia, limone, mandarino, clementina, bergamotto, cedro, pompelmo – contengono molta acqua in una percentuale tra l’80% e il 90%. Ma anche acidi organici, e in particolare l’acido citrico, calcio, potassio, magnesio, ferro, selenio, fosforo e diverse vitamine: la più abbondante è certamente la C, ma sono presenti anche la vitamina PP (o niacina), la vitamina A, la vitamina D e diverse del gruppo B. Gli agrumi sono un toccasana anche per il loro contenuto di fibra, in particolare di pectina, che aumenta il senso di sazietà e favorisce la motilità intestinale, sostenendo l’intero processo digestivo. L’alto contenuto di acqua presente negli agrumi contribuisce a mantenere una buona azione diuretica e drenante, e insieme al potassio, essenziale per un corretto funzionamento cardiaco, mantengono un regolare equilibrio idro-salino nell’organismo. L’acido citrico è un potente antiossidante, astringente, disinfettante, e previene la formazione dei calcoli renali.
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Per tutti questi motivi, gli agrumi non dovrebbero mai mancare sulle nostre tavole, ma i pericoli nel piatto sono in agguato. Nell’ultimo periodo si assiste ad un incremento di soggetti che riferiscono reazioni avverse agli agrumi, soprattutto a seguito di ingestione dell’arancia. Le reazioni allergiche più comunemente riferite sono di tipo respiratorio ed alimentare anche se non mancano casi di orticaria. Ad essere più potenzialmente allergenici tra gli agrumi sono le arance e i limoni, mentre l’allergia ai mandarini è più rara. L’allergia all’arancia non sembrerebbe un tipo di allergia così diffusa, ma in letteratura scientifica vi sono riportati molti casi soprattutto in età pediatrica.
Molti dei pazienti allergici alla arancia sono allergici ai pollini, in particolare alle graminacee per il meccanismo della cross-reattività. La Sindrome Orale Allergica è la principale manifestazione nei pazienti affetti da allergia alimentare agli agrumi che si manifesta con rinite, broncospasmo, dispnea, angioedema, prurito, nausea, vomito, crampi e dolori addominali, orticaria e gonfiore agli occhi, labbra e lingua. Tra gli agrumi sono proprio le arance ad essere associate alla Sindrome Orale Allergica, soprattutto nei pazienti allergici alle graminacee. Ad essere potenzialmente allergeniche sono le proteine LTP (Lipid Transfer Protein), tipiche della frutta. Per anni l’allergia agli agrumi non è stata studiata in modo approfondito, ma ci sono delle ricerche pubblicate su riviste mediche internazionali hanno permesso di individuare quali tra le diverse proteine Ltp, a cui una altissima percentuale di pazienti è risultata positiva, potrebbe essere coinvolte nelle reazioni allergiche. Questi studi scientifici inoltre hanno individuato una cross-reattività dei limoni e delle arance con il principale allergene della pesca, il Pru P 3.
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Per formulare una corretta diagnosi allergologica, considerando il meccanismo della cross-reattività, nei pazienti allergici bisogna eseguire un percorso clinico-diagnostico completo. Spesso il caso clinico richiede, oltre al prick test e al patch test, la prescrizione di esami ematochimici mirati, come la titolazione delle Ige specifiche o esami di Diagnostica Molecolare. Nel caso di allergie alimentari e respiratorie oggi la diagnostica molecolare, eseguita mediante un semplice prelievo del sangue, consente di individuare la singola molecola specifica dell’allergene responsabile delle reazioni allergiche oppure una molecola presente su tante allergeni contemporaneamente, per il meccanismo della cross-reattività. La Diagnostica Molecolare serve per verificare l’allergia non al polline dell’erba ( Graminacee, Parietaria, Olea, Composite etc) o della betulla in generale, oppure alla mela o alla pesca o ad altri alimenti o allergeni in generale, ma alle singole molecole (profiline) che fanno parte dei vari pollini e degli alimenti allergizzanti. Le persone possono diventare allergiche solo ad alcune delle molecole dell’allergene, e a volte questa indagine consente di distinguere se una persona ha un’allergia reale oppure un’ allergia “ crociata”, perché alcune molecole, le medesime, possono essere presenti sia nei pollini che in alcuni alimenti. Questo permette di programmare e studiare terapie e protocolli farmacologici e nutrizionali personalizzati.