Le 23.20 di mercoledì 12 settembre 1979, le 15.20 a Città del Messico. Pietro Mennea in quarta corsia, sfruttando l’aria rarefatta dei 2248 metri sul livello del mare dello stadio Azteca, corre i 200 in 19”72 migliorando il precedente record del mondo, stabilito dallo statunitense Tommie Smith undici anni prima, peraltro sulla stessa pista. Fu uno dei primati più longevi dell’atletica , durato fino ad Atlanta ’96, e resta un’impresa storica anche a distanza di quarant’anni.
La “Freccia del Sud’”, connubio tra le origini pugliesi e le grandi doti da velocista, in quel 12 settembre 1979 alle Universiadi di Città del Messico riuscì a frantumare il record stabilito 11 anni prima dallo statunitense Tommie Smith (19″83) a Mexico ’68, rompendo anche e soprattutto il cliché che i velocisti più forti fossero caraibici o afroamericani. Il record del mondo durò ben 17 anni, fino a quando Michael Johnson lo portò a 19’’66. Ma il suo 19’’72 rimane il miglior tempo di sempre fatto registrare da un europeo, mentre un altro suo record, quello italiano sui 100 metri, stabilito sempre alle Universiadi di Città del Messico, è resistito fino all’anno scorso, quando è stato migliorato da Filippo Tortu.