Si chiama gomito del tennista, perché le prime diagnosi a fine Ottocento furono fatte agli sportivi. Ma l’epicondilite colpisce anche chi non ha mai preso in mano una racchetta. Il comune denominatore è l’uso eccessivo dell’avambraccio per carico funzionale o movimenti continui e ripetuti di alcune professioni. L’elenco è lungo. Tra gli sport, il golf e la scherma. Tra le professioni, il macellaio, l’imbianchino, il cuoco, il muratore, l’idraulico, ma anche il barista che sta alla macchina del caffè e chi al computer utilizza ripetutamente il mouse. A lungo andare si verifica una progressiva infiammazione dei tendini estensori delle dita e del polso che si inseriscono a livello dell’epicondilo, una sporgenza ossea del gomito.
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Il paziente riferisce dolore nella parte esterna del gomito, difficoltà ad estendere l’avambraccio e una marcata diminuzione della forza. Ogni sforzo diventa impossibile, persino girare le chiavi o aprire un barattolo. La fascia di età più colpita è quella che va dai 30 ai 50 anni, indistintamente uomini e donne, ed è alto il rischio di recidive. Nella maggior parte dei casi, il dolore inizia con lieve intensità e lentamente peggiora nel corso di settimane e mesi. In genere, non esiste una specifica lesione violenta associata all’esordio del quadro clinico. Tra le possibili cause che entrano in relazione con il dolore al gomito ci sono: disfunzioni funzionali dell’articolazione del gomito, omero, radio e ulna; disfunzioni della colonna vertebrale, maggiormente nella zona cervico-dorsale; disturbi viscerali, come disfunzioni diaframmatiche, allo stomaco o al fegato e problematiche posturali.
Antidolorifici, antiinfiammatori e infiltrazioni locali con steroidi sono le terapie più comuni. Ma anche l’osteopatia può essere d’aiuto per ripristinare la funzionalità dell’articolazione del gomito. L’approccio osteopatico all’epicondilite consiste nel trattare tutte le strutture che possono influire sul gomito e prevede il ripristino delle mobilità e funzionalità delle articolazioni che compongono il gomito e la spalla, in modo da evitare sovraccarichi funzionali che possono infiammare i tendini che si inseriscono in prossimità del gomito.
Attraverso il trattamento osteopatico viene valutata e trattata tutta la catena muscolare dell’arto superiore, non solo a livello del gomito ma con particolare attenzione alla spalla e al tratto cervicale. È necessario seguire un programma di rieducazione funzionale che preveda esercizi di potenziamento e allungamento della muscolatura del braccio e modicare le cattive abitudini: la posizione e/o gli strumenti di lavoro. La soluzione osteopatica è altamente risolutiva in caso di epicondilite poiché ricerca le cause primarie del problema, spesso riuscendo ad intervenire in maniera definitiva ed evitando la cronicizzazione dei sintomi.