Nove anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. È la condanna emessa dal gup di Palermo per il “re dell’eolico”, Vito Nicastri, l’imprenditore di Alcamo in affari con Paolo Arata, l’ex consulente di Matteo Salvini. Secondo l’accusa, Nicastri sarebbe stato tra i finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro, imprendibile dal giugno 1993.
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Da maggio, dopo l’arresto per la vicenda Arata, l’imprenditore che collabora con i magistrati della procura di Palermo, ha svelato alcuni episodi di corruzione di pubblici funzionari, chiamando in causa il suo socio occulto Arata, ma ha sempre negato di avere avuto rapporti con esponenti mafiosi. Ora, questa sentenza lo smentisce. È stato il pentito Lorenzo Cimarosa, cugino di Messina Denaro, scrive Repubblica, a svelare che Nicastri avrebbe fatto avere “una borsa piena di soldi” agli uomini legati al latitante.