Italia viva e Movimento 5 Stelle vanno all’attacco della manovra. La tensione nel governo sale: Matteo Renzi attacca Quota 100 e cerca la sponda del M5s per cambiare i contenuti più indigesti, dalla stretta su flat tax e regime forfettario per le partite Iva ai nuovi balzelli sulla casa e sulle bibite zuccherate. E Luigi Di Maio dalle pagine del blog delle Stelle fa sentire la propria voce sulle misure fiscali ricordando che il M5s è l’ago della bilancia: «Senza il voto del Movimento 5 Stelle non si va da nessuna parte».
Nei giorni scorsi, Conte aveva fatto filtrare una certa irritazione per quella che veniva giudicata un’eccessiva cautela da parte dei 5 Stelle sulla lotta all’evasione. Spiegando, anche apertamente con un post, di averci messo la faccia e di volerla combattere con tutte le forze. Di Maio, però, dopo vari interventi, ha deciso di mettere nero su bianco la sua visione. Che prevede una lotta spietata ai grandi evasori. Per i quali chiede il carcere e la confisca per chi evade più di 100 mila euro. Sbagliato, invece, dice, «alimentare una guerra tra poveri»: «In passato abbiamo assistito a uno Stato forte con i deboli e debole con i forti, uno Stato che preferiva accanirsi su commercianti, artigiani, parrucchieri, elettricisti, invece di andare a rompere le scatole ai colossi finanziari, alle multinazionali, ai grandi evasori che nascondono centinaia di migliaia di euro ogni anno nei paradisi fiscali».
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In sostanza Di Maio contesta il limite del contante, sceso a mille euro e l’obbligo del Pos con le multe ai commercianti. Se passassero, dice, si darebbe «un segnale culturale devastante». Critiche anche sulla stretta per la partita Iva: «Saremmo d’accordissimo ad abbassare il cuneo fiscale, ma che senso ha farlo dando 40-50 euro in più ai lavoratori dipendenti e prendendoli dalle partite Iva che si spezzano la schiena giorno e notte, senza una garanzia dallo Stato, senza un giorno di malattia assicurato, senza un sistema di welfare che li sorregge?».
Luigi Di Maio ha ricordato che la flat tax per le partite Iva sotto i 65.000 euro è una misura voluta dal M5s, e introdotta lo scorso anno, perché aiuta i giovani professionisti. «Colpire due milioni di giovani professionisti per finanziare altri provvedimenti significa alimentare una guerra tra poveri. Noi non ci stiamo. E pensiamo che se un giovane da un anno a questa parte ha diritto ad avere il 15 % di tassazione, è giusto che questo diritto lo mantenga con l’obiettivo di poter pianificare il proprio futuro. Lo Stato non può cambiare le regole improvvisamente, da un momento all’altro, di anno in anno».
«Il MoVimento 5 Stelle ha fiducia in questo governo e massima fiducia nel presidente Giuseppe Conte. Lo ringraziamo per avere difeso, come avevamo chiesto, quota 100, ma siamo in una Repubblica parlamentare, dove è il Parlamento a decidere». Il M5s chiede, dunque, la convocazione di un vertice di maggioranza «per lavorare alle intese che ancora non ci sono».
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Mentre Matteo Renzi annuncia da Firenze un emendamento per eliminare Quota 100. «Domattina partiamo con la presentazione del Family Act, con Elena Bonetti. E spiegheremo perché secondo noi quella misura, che investe 20 miliardi in tre anni guardando solo ai pensionandi, è ingiusta: quei soldi dovrebbero andare ai giovani, alle coppie, alle famiglie, agli stipendi e ai servizi. Noi voteremo un emendamento per cancellare Quota 100 e dare quei soldi alle famiglie e agli stipendi: vediamo che cosa faranno gli altri», scrive il leader di Italia Viva nella e-news di presentazione della Leopolda 10.