Bonus per chi paga con il bancomat, sanzioni per chi non accetta pagamenti elettronici, abbassamento della soglia dei pagamenti in contante. Sempre con l’intento di sradicare l’evasione, la pena massima di reclusione per il reato di dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti passa da 6 a 8 anni. Per la precisione, la reclusione passa da «un minimo di un anno e sei mesi e un massimo di sei anni» a un «minimo di un anno e sei mesi a otto anni». Il governo, portando avanti la sua battaglia contro l’evasione, conta su un probabile “tesoretto” di oltre 7 miliardi derivante dalle misure fiscali previste dalla manovra.
La relazione del Mef sull’economia sommersa e sull’evasione fiscale, datata ottobre 2018 e contenente i dati aggiornati al 2016 sottolinea che «l’evasione fiscale e contributiva è quantificata per il 2016 in 107.522 milioni di euro, con un incremento di 709 milioni di euro (+0,7%) rispetto al 2015». Nel totale sono compresi anche i contributi previdenziali evasi. La sola evasione fiscale vale circa 96 miliardi di euro, in gran parte generati dall’Iva e dell’Irpef per lavoro autonomo e impresa non pagati. Questa stima non prende in considerazione le attività illegali (prostituzione, spaccio, criminalità organizzata e via dicendo). Stando ai dati Istat, nel 2017 l’economia non osservata vale circa 211 miliardi di euro, il 12,1% del Pil. Sotto questa locuzione rientrano le attività sommerse che valgono poco meno di 192 miliardi di euro, cui si sommano le attività illegali che valgono circa 19 miliardi.
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I lavoratori autonomi (e le imprese autonome) sono i maggiori evasori: solo nel 2017 sono riusciti a non versare il 69,6% dell’Irpef, pari a 32,1 miliardi di euro, raggiungendo il record degli ultimi sei anni. Su 46,1 miliardi di euro d’imposta, spiega Adnkronos, nelle casse dello Stato ne sono entrati soltanto 14. Del resto, come emerso dalla relazione della Commissione Ue sui pagamenti dell’imposta sul valore aggiunto, l’Italia è il paese dove si paga di meno l’Iva e, da solo in nostro Paese, copre il 25% dell’intero evaso comunitario con un buco di 33,5 miliardi di euro. Il 41,7% del sommerso economico, secondo quanto riportato dall’Istat, si concentra nel settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio, trasporti e magazzinaggio, attività di alloggio e ristorazione. Il vero problema in Italia, però, resta il lavoro in nero. Nel 2017 – riporta Istat – 3,7 milioni di persone hanno lavorato senza avere un contratto regolare con una crescita dello 0,7% rispetto all’anno precedente.
Negli anni compresi tra il 2012 e il 2018 il recupero dall’evasione fiscale è andato in costante crescendo. Nel 2012, con il governo Monti, vengono recuperati 12,5 miliardi di euro (poco meno dei 12,7 miliardi di euro del 2011, quando era al governo Silvio Berlusconi). La cifra sale a 13,1 miliardi di euro nel 2013 (governo Letta), a 14,2 miliardi di euro nel 2014, a 14,9 miliardi di euro nel 2015 e a 19 miliardi di euro nel 2016 (governo Renzi). Nel 2017, con il governo Gentiloni, viene toccato il record di 20,1 miliardi di euro. Nel 2018 si registra una leggera flessione, a 19,2 miliardi di euro.
I miliardi recuperati provengono non solo dal contrasto all’evasione in senso stretto, portata avanti tramite attività di controllo, ma anche da misure una tantum, da liquidazioni (il versamento tardivo di imposte regolarmente dichiarate dai contribuenti, il cui recupero avviene in modo automatizzato) e da versamenti spontanei come per esempio le voluntary disclosure (procedure di collaborazione volontaria) volute a suo tempo da Matteo Renzi per far emergere i capitali illegalmente detenuti in patria o all’estero. Nel 2016, secondo l’Agenzia delle entrate, le voluntary disclosure hanno portato nelle casse dello Stato 4,1 miliardi. Negli anni successivi sono state e sono operative misure straordinarie, come la rottamazione delle cartelle esattoriali o la pace fiscale attiva da fine 2018.
Con la Legge di Bilancio 2020 vengono messe in campo politiche di contrasto all’evasione e alle frodi fiscali in più settori. Si introducono misure per contrastare l’illecita somministrazione di manodopera e l’aggiramento della normativa contrattuale in tema di appalti da parte di cooperative o imprese fittizie, che in tal modo evadono l’Iva e non procedono al versamento delle ritenute sui redditi dei lavoratori. Si rafforzano le misure contro le frodi nel settore dei carburanti. Si implementa il contrasto all’evasione e all’illegalità nel settore dei giochi, attraverso l’istituzione del registro unico degli operatori del gioco pubblico e il blocco dei pagamenti per i soggetti che operano dall’estero senza concessione, anche attraverso l’istituzione dell’agente sotto copertura.