Dopo i casi di decessi legati all’uso delle sigarette elettroniche negli Stati Uniti, l’Istituto Superiore di Sanità ha diramato un’allerta di livello 2 invitando Regioni e ministero della Salute a «vigilare sulla grave malattia polmonare tra le persone che utilizzano le sigarette elettroniche, con causa sconosciuta» e verificare l’insorgenza «di gravi lesioni polmonari tra le persone che utilizzano prodotti per sigaretta elettronica». La decisione è stata assunta sulla base delle segnalazioni ricevute dall’Osservatorio Europeo delle droghe e delle tossicodipendenze di Lisbona.
In Italia 900mila persone fanno uso di sigarette elettroniche, circa l’80% fuma anche le sigarette tradizionali, mentre un 5% si è avvicinato al mondo del fumo con le sigarette elettroniche. A questi 900mila si aggiungono poi 600mila persone che usano prodotti da tabacco riscaldato con dispositivi che producono vapori con nicotina senza combustione. Il grado 2, su tre gradi di allerta, quindi intermedio, indica il rischio di lievi danni per la salute e di diffusione di sostanze nel mercato illecito. Quelli registrati negli Usa sono circa 1300 casi e 26 morti da polmonite chimica, soprattutto tra i più giovani. La maggior parte ha utilizzato prodotti per e-cig contenenti THC (tetraidrocannabinolo), molti hanno usato prodotti a base sia di THC che nicotina e altri solo nicotina.
Il sospetto fondato delle autorità di controllo è che in America le e-cig vengano usate in modo improprio, ossia utilizzando al posto dei normali liquidi in commercio di droghe illegali o prodotti acquistati su canali non ufficiali e rivenditori non autorizzati. Un rischio più remoto in Europa e in Italia, sottolinea l’Iss, dove i controlli sono assai più serrati. «L’allerta è precauzionale – spiega Roberta Pacifici, direttore del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Iss – perché non possiamo escludere che i liquidi di ricarica delle e-cig, ai quali sembrerebbe essere collegata l’epidemia di malattia polmonare in Usa, possano arrivare anche in Europa e quindi in Italia attraverso la vendita via Internet». Tuttavia l’Iss invita le regioni italiane a vigilare.