Quando arrivano i risultati delle elezioni regionali in Umbria il M5s trema: il 7% rappresenta una pesante sconfitta. Alle scorse Europee e alle ultime Regionali l’asticella per il M5s si era fermata al 14% e un’oscillazione negativa era nell’aria. Le colpe per il leader Luigi Di Maio sono da addebitarsi al sistema delle alleanza: «Il voto in Umbria certifica che quest’esperimento non ha funzionato. Ci abbiamo provato perché era troppo tempo che si sosteneva che andando insieme avremmo rappresentato un’alternativa, ma è emerso un dato di fatto: che allo stesso modo, sia che stiamo con il Pd che con la Lega al Governo, il MoVimento perde consenso».
Per Luigi Di Maio il M5s ha sbagliato ad allontanarsi troppo dalle origini: «Il Movimento ha sempre rivendicato il suo ruolo di movimento post ideologico, provando ad oltranza a far capire che non esistono idee di destra o di sinistra, bensì solo idee valide o meno valide. E per me si deve continuare a oltranza a far passare questo concetto. Siamo la terza via, che va oltre la destra e la sinistra. E questa diversità dobbiamo rimarcarla di più: da sempre rappresenta il nostro punto di forza». Il capo politico del M5s non ha dubbi: «Adesso abbiamo la certezza che le alleanze con altre forze politiche non rappresentano la soluzione».
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In Umbria il M5s aveva ottenuto alle europee il 14,6%. Una percentuale che si è ridotta al 7,4% alle regionali. Dove è andato quel 7,2% che non ha rinnovato il voto per il partito di Di Maio? Dall’analisi dei flussi fatta da Swg, e riportata da Il Sole 24 ore, emerge che un terzo (33,1%) di chi alle Europee aveva votato il Movimento, alle regionali in Umbria ha optato per l’astensione e quasi un sesto ha scelto per partiti di centrodestra: il 6,9% ha votato Fdi e il 6,6% ha votato Lega. Il 4,3% ha scelto il Pd, il 5,2% ha votato altri partiti di centrosinistra.
Se ribaltiamo il punto di vista il centrodestra che in Umbria alle Europee il 51,2% e alle regionali ha ottenuto il 57,5% riceve il 13,7% delle preferenze da precedenti astensionisti, il 3,4% da ex elettori M5S e il 3,2% da ex elettori di centrosinistra. Il centrodestra ha tuttavia mantenuto invariato il 79,1% del suo elettorato. C’è da dire tuttavia che anche il partito di Salvini ha perso qualcosa, seppure molto poco. Passando dal 38,2% al 36,9% ha ceduto un 1,3%. Dove sono andati questi voti? Il 12,1% all’astensione, il 7,1% a Fdi e l’8,2% ad altri partiti del centrodestra.