È ufficiale, Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e Groupe PSA, gruppo proprietario dei marchi automobilistici Peugeot e Citroën, hanno raggiunto un accordo di fusione. Entrambi i consigli di amministrazione hanno deciso di «lavorare a una piena aggregazione dei rispettivi business tramite una fusione paritetica» e «hanno dato mandato ai rispettivi team di portare a termine le discussioni per raggiungere nelle prossime settimane un Memorandum of Understanding vincolante».
LEGGI ANCHE: Fca-Renault, ecco perché è saltato l’accordo sulla fusione
La notizia sull’accordo di fusione tra i due gruppi è arrivata mesi dopo i colloqui per una possibile fusione tra FCA e Renault, che erano falliti a causa dell’opposizione del governo francese, importante azionista della società, e di Nissan Motor Co, partner di Renault. Fiat Chrysler aveva però già esplorato in passato una possibile alleanza con Peugeot. «Le discussioni in corso aprono la strada alla creazione di un nuovo gruppo di dimensioni e risorse globali, detenuto al 50% dagli azionisti di Groupe Psa e al 50% dagli azionisti di Fca», spiega il comunicato congiunto diffuso da Psa e Fca. «La società risultante dalla fusione farà leva sulla sua forza nella ricerca e sviluppo e sul suo ecosistema globale per accelerare l’innovazione e affrontare queste sfide con agilità ed efficienza negli investimenti».
La fusione porterà alla creazione di un nuovo grande gruppo industriale in grado di piazzarsi al quarto posto nella classifica globale dei costruttori di auto, dietro a Volkswagen, Toyota e al gruppo formato da Renault, Nissan e Mitsubishi. Sarebbe un gruppo dal valore di circa 45 miliardi di euro, con ricavi annui per oltre 170 miliardi di euro, un utile operativo annuo di oltre 11 miliardi di euro, più di 140 stabilimenti, oltre 400mila dipendenti e 8,7 milioni di autoveicoli venduti ogni anno. Il nuovo gruppo sarà posseduto da una società paritetica (50/50) con sede in Olanda e un consiglio di amministrazione di 11 membri (6 Psa e 5 FCA) presieduto da John Elkann e con Carlos Tavares come amministratore delegato. Il comunicato ipotizza risparmi annuali di 3,7 miliardi di euro «senza chiusure di stabilimenti».