Lufthansa mette sul tavolo 150 milioni di euro per rilevare Alitalia assieme ad Atlantia e Ferrovie dello Stato. È questa l’ultima svolta sul dossier della compagnia aerea tricolore che è costata allo stato italiano oltre 8,3 miliardi di euro. L’ultimo “salvataggio” per consentire ad Alitalia di continuare a volare sui cieli del mondo è quello del 2017. Il governo, allora guidato da Paolo Gentiloni, decise l’ennesima ricapitalizzazione da 900 milioni di euro.
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Un report del marzo 2015 di Mediobanca calcola quanto è costata Alitalia agli italiani nei quarant’anni precedenti la vendita a Etihad, avvenuta nel 2014. L’istituto ha stimato il totale, fino a quell’anno, in 7,4 miliardi. In particolare, secondo Mediobanca, tra il 1974 e il 2007, quando Alitalia è stata commissariata, lo Stato ha speso 5,397 miliardi di euro tra aumenti di capitale (4,949 miliardi), contributi (245 milioni), garanzie prestate (8 milioni) e altri contributi pubblici (195 milioni). Nello stesso periodo Alitalia, tra collocamenti e negoziazioni, imposte e dividendi ha generato introiti per lo Stato pari a 2,075 miliardi di euro. Il saldo finale è negativo per 3,322 miliardi.
Tra il 2008 e il 2014 lo Stato italiano ha speso altri 4,1 miliardi di euro. Nel 2008 il governo da poco eletto ha infatti subito erogato un prestito di 300 milioni per impedire il fallimento immediato della società. Poi, tra operazioni sui titoli e interventi sui salari e sulla cassa integrazione, lo Stato ha speso 2,5 miliardi di euro. Per raggiungere il totale vanno aggiunti altri 1,2 miliardi di passivo patrimoniale e 75 milioni versati da Poste Italiane (allora società interamente pubblica) a Cai.