Sono quattro i casi di neonati che al policlinico Casilino di Roma sono ricoverati in terapia intensiva neonatale per crisi d’astinenza da cocaina. A Grosseto negli ultimi tre mesi i neonati positivi alla cocaina sono stati tre. A Milano, tra metà settembre e metà ottobre, è stata trovata droga nelle urine di sei bambini appena nati. A Padova un bimbo è stato tolto ai genitori perché appena dopo il parto si è scoperto che era sotto effetto di sostanze stupefacenti. La cronaca offre esempi di una delle conseguenze drammatiche della grande diffusione della droga: l’abuso di sostanze spesso non si ferma nemmeno in gravidanza.
Tra il 3 e il 50% dei figli di donne che hanno fatto uso di droghe in gravidanza, svilupperanno la sindrome dell’astinenza. Il bambino, infatti, finché è nella pancia della mamma, assume le sue stesse sostanze attraverso la placenta e, nel momento in cui viene sospeso l’uso di droghe, grazie alla nascita del piccolo, il neonato scivola in uno stato di ipereccitazione che provoca i segni e i sintomi dell’astinenza. E così neanche vengono al mondo che devono subito prendere il metadone e seguire terapie per affrontare i primi giorni di vita, con lo spettro che altri problemi provocati dalle droghe durante la gestazione, come il ritardo neurologico, si presentino durante la crescita.
LEGGI ANCHE: Cannabis light, cosa cambia dopo lo stop della Cassazione
Il vicepresidente della Società italiana di neonatologia e primario dell’ospedale Casilino di Roma, Piermichele Paolillo, intervistato dal quotidiano La Repubblica, lancia l’allarme: «Ci capiteranno una ventina di casi ogni anno di bambini positivi alle sostanze stupefacenti, ma siamo consapevoli che certamente ci sfuggono dei casi». È molto difficile avere una lettura del fenomeno perché non sempre le condizioni di salute del neonato e quelle personali e sociali dei genitori spingono gli operatori sanitari a fare approfondimenti. Per svolgere l’esame tossicologico sui bambini è necessario il consenso del padre e la madre, che spesso non hanno alcuna intenzione di dare l’ok agli approfondimenti.
Il neonatologo spiega che di solito i bambini con questi problemi «all’inizio stanno bene, la sindrome di astinenza neonatale inizia dopo un po’. Il bambino diventa agitato, irritabile e bisogna usare barbiturici per sedarlo. Se abbiamo sospetti chiediamo un esame delle urine. Si trovano cocaina, metadone oppiacei. Così si avvia un percorso che può portare a una segnalazione al tribunale dei minori che fa partire l’iter per nominare un tutore».