La qualità della vita in Italia è complessivamente migliorata, ma la Penisola è ancora divisa in due: al Nord si vive meglio che al Centro e molto meglio che al Sud. Un gap che si conferma praticamente in tutti diversi ambiti presi in esame nella classifica annuale di ItaliaOggi e Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, giunta alla sua ventunesima edizione che quest’anno vede al primo posto, per qualità della vita, Trento e all’ultimo Agrigento.
Dall’indagine emerge come in 65 province italiane su 107 la qualità della vita risulti buona o accettabile. A svettare nelle prime dieci posizioni vi sono infatti solo province del Nord Italia: Trento, Pordenone, Sondrio, Verbano-Cusio-Ossola, Belluno, Aosta, Treviso, Cuneo, Udine e Bolzano, e per scorgere una provincia appartenente alla zona del Sud d’Italia è necessario scorrere la classifica fino alla 69esima e alla 70esima posizione, dove si collocano rispettivamente Potenza e Matera.
Il Sud e le isole faticano ad offrire standard qualitativi sufficienti: in 35 province su 38, infatti, la qualità della vita è risultata scarsa o insufficiente. Il che significa, in termini di popolazione, che il 44% degli italiani vive con una qualità di vita insoddisfacente. Al contrario, nel Nord-Est, in 22 province su 22 la qualità della vita è buona o accettabile, in nessuna scarsa o insufficiente. Nel Nord-Ovest, la qualità è buona o accettabile in 23 su 25 province (solo in due scarsa). Nell’Italia centrale si registra una situazione stabile: in 14 su 22 la qualità della vita nel 2019 è accettabile.
E ancora il divario tra Nord e Centro-Sud resta decisamente marcato su aspetti come lavoro, salute, istruzione, sicurezza, ambiente, turismo. Ecco allora che Bolzano e Bologna aprono la classifica nella dimensione affari e lavoro (Milano al sesto e Roma al 72° posto) mentre è Crotone che chiude la classifica. Sondrio si prede il primo posto in tema ambientale, ultima Catania. È invece Pordenone la provincia più sicura d’Italia, Rimini quella meno. Verbano-Cusio-Ossola si classifica in prima posizione nella dimensione relativa alla sicurezza sociale e personale, ultima Cosenza. Spetta a Bologna il trono per la migliore città nella dimensione dell’istruzione, formazione, capitale umano, ultima Crotone. A conferma degli eccellenti piazzamenti già conseguiti nelle passate edizioni dell’indagine, Isernia si classifica al primo posto nella dimensione del sistema salute, che intende fornire uno spaccato sulla dotazione di strutture sanitarie. A seguire nelle posizioni di testa Catanzaro, Cagliari e Ancona. Chiude la classifica Vibo Valentia. Siena si conferma al primo posto nella classifica del tempo libero e turismo.
Anche in questa indagine emerge chiaro un dato: nelle province di piccole e medie dimensioni si vive meglio che nelle metropoli. I grandi centri urbani faticano a toccare la vetta e a mantenere posizioni di eccellenza. Tuttavia, le performance di alcune grandi città nel 2019 migliorano: Roma risale dall’85 al 76 posto; Milano dal 55 al 29, Torino dal 78 al 49; Bologna dal 43 al 13. Per Napoli, il salto è dal 108 al 104 posto.