«Non andremo in tournée con questo album. O, almeno, ci prenderemo del tempo, un anno o due, per capire come il nostro tour possa non solo essere sostenibile ma anche vantaggioso per l’ambiente». Per questo motivo i due concerti che terranno il 22 novembre in Giordania, trasmessi gratuitamente a un pubblico globale su YouTube, sarà una occasione da non perdere (l’altra sarà il 25 novembre al Museo di storia naturale di Londra) per ascoltare “live” le canzoni del nuovo album “Everyday Life”, in uscita oggi. Almeno finché «i nostri concerti non avranno un impatto positivo sull’ambiente», ribadisce Chris Martin, il leader della band londinese.
Fallito ogni tentativo di realizzare spettacoli a emissioni zero, vedi il flop dei Radiohead, perseguitato dalle polemiche il “Beach Party tour” di Jovanotti, i Coldplay hanno deciso di spegnere le macchine dei mastodontici tour che ogni sera generano 405.000 tonnellate di emissioni di gas serra. L’ultimo tour della band di “Viva la Vida” ha impiegato 109 membri d’equipaggio, 32 camion e nove autobus, che hanno viaggiato in cinque continenti, per suonare davanti a 5,4 milioni di persone in 122 concerti. Addirittura il colossale “artiglio” che gli U2 hanno portato sulle strade nel 2009 per il “360° Tour” ha richiesto 120 camion per spostarlo. Secondo un gruppo ambientalista, il quartetto irlandese ha generato una produzione di carbonio equivalente a un volo verso Marte. Senza poi considerare gli spostamenti dei fan e il consumo di plastica, altre importanti fonti di inquinamento.
LEGGI ANCHE: Anton Corbijn: «Il concerto? Meglio al cinema»
I Radiohead e gli U2 hanno tentato di ricorrere ai ripari. I primi con l’uso di LED, che utilizzano una frazione della potenza necessaria per un impianto di illuminazione tradizionale; la band irlandese apportando una serie di modifiche, dal riciclaggio delle corde della chitarra all’utilizzo di celle a combustibile a idrogeno. Troppo poco. Adesso i Coldplay intendono fare un ulteriore passo avanti. Non vogliono essere soltanto “carbon neutral”, ma avere tour che siano «attivamente benefici» per il pianeta. «Il nostro sogno è di avere uno spettacolo senza plastica monouso ed averlo in gran parte alimentato a energia solare» spiegano. «Tutti abbiamo la responsabilità di dare l’esempio di fronte a questa crisi climatica e naturale. L’inazione non è un’opzione se vogliamo preservare il nostro pianeta per le generazioni future».
Per questi motivi i Coldplay hanno scelto la Giordania per i due concerti di presentazione del nuovo album. «Volevamo scegliere un posto nel mezzo al mondo in cui normalmente non avremmo potuto suonare» spiega Martin, secondo cui il nuovo disco riflette la prospettiva globale della band. «Se hai avuto il privilegio di viaggiare per il mondo, sai che viviamo tutti nello stesso posto, la Terra. Questo disco vuole comunicare che non ci sentiamo diversi da qualsiasi essere umano».
“Coldplay: Everyday Life – Live in Jordan” si terrà ad Amman e rispecchierà le due metà del doppio album: “Sunrise” e “Sunset”. Il concerto “Sunrise” inizierà alle ore 5 del mattino (ora italiana), mentre lo show basato su “Sunset” seguirà alle ore 15. «La trasmissione di questi due concerti è stato un nostro sogno da quando abbiamo iniziato a lavorare su questo album. A pensarci ora, è una cosa che un po’ spaventa e che sembra impossibile, come tutti i migliori sogni. YouTube è la casa perfetta per la sua realizzazione».
In questo album i Coldplay uniscono le culture orientali ed occidentali e si mostrano attenti ai problemi della povertà del mondo, dei diritti umani e delle discriminazioni sociali e religiose. Un brano ha il titolo in arabo e riprende un famoso poema di un poeta iraniano; “Trouble in Town” vede la partecipazione nel coro dei bambini di una onlus in Sud Africa a cui andranno i ricavi del pezzo. Parti di documentari, canzoni di cantanti pakistani e commenti di incontri di boxe arricchiscono questo viaggio musicale che, come rivela Martin, è ispirato dai reportage della BBC News su un giardiniere afgano e un compositore di inni nigeriani . «Il giornalismo al suo meglio trova queste storie individuali che rafforzano la nostra umanità condivisa», sottolinea.
Non manca la famiglia, Moses Martin è tra gli autori, oltre che nel coro con la sorella Apple, nel singolo “Orphans” che ha lanciato l’album, mentre la moglie di Will Champion, Marianna, è nei cori di “Everyday Life”. Anche l’Italia è presente nell’album, sia con il produttore Davide Rossi, sia perché alcune delle canzoni (“Church”, “Trouble in Town” e “Arabesque”) sono state registrate nella Villa Tombolino di Bolgheri in provincia di Livorno. Tra le partecipazioni speciali, risaltano quelle del belga Stromae, Femi Kuti (musicista nigeriano figlio di Fela Kuti), Tiwa Savage (cantante, compositrice e attrice nigeriana) e Jacob Collier (giovane musicista già vincitore di due Grammy nel 2017). L’immagine di copertina si rifà ad una foto del 1919 del gruppo musicale del bisnonno del chitarrista Jonny Buckland. La scritta in arabo è la traduzione del titolo, mentre la scritta laterale sta per “Peace and Love”.