«La pagina 6000 sardine è di nuovo on-line!», fanno sapere su Facebook gli amministratori della pagina del movimento anti-Salvini, nato sull’onda della manifestazione in Piazza Maggiore a Bologna lo scorso 14 novembre e che ha raccolto consensi in tutta Italia portando a diversi eventi dello stesso genere. «La pagina non presenta violazioni. In attesa di ricevere ulteriori chiarimenti tecnici sull’accaduto, se dovesse succedere di nuovo, invitiamo tutti a pazientare e non creare pagine, gruppi o eventi alternativi. Generano confusione e disorientamento. Ogni attacco o problema sui social riempirà semplicemente di più le piazze. Per chi non l’avesse capito…».
Intorno alle 21 di domenica 24 novembre, la pagina Facebook “6mila sardine”, quella che coordina le attività dell’arcipelago di pagine locali del movimento antileghista, è stata oscurata. Gli amministratori hanno usato una pagina “di riserva”, chiamata “6mila sardine 2”, per diffondere un comunicato con cui informare i sostenitori dell’oscuramento, avvenuto, secondo loro, «senza giusta causa». Qualche ora dopo, però, anche “6mila sardine 2” è diventata inaccessibile. La mattina di lunedì 26 novembre, la pagina principale è tornata online, mentre quella di riserva è ancora inaccessibile. Nel post gli amministratori hanno allegato uno screenshot che mostra il messaggio inviato loro da Facebook in mattinata, su cui si legge che «la pagina non presenta violazioni».
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La pagina “I sentinelli di Roma”, punto di riferimento romano della rete di attivisti antirazzisti, anitifascisti e per i diritti Lgbt, ha pubblicato alcuni screenshot che dimostrerebbero l’intenzione degli oppositori di sfruttare le segnalazioni di massa per abbattere i profili social delle sardine. Il riferimento è a una prassi che sfrutta il funzionamento del sistema di moderazione di Facebook: quando tante persone segnalano una pagina, attirano su di essa l’occhio dell’algoritmo, con l’obiettivo di procurarne l’oscuramento. In Rete, dopo l’episodio di ieri, sono stati tanti a ipotizzare uno sforzo coordinato in questo senso da parte di oppositori del movimento delle sardine.
La posizione ufficiale fornita da Facebook, però, non fa riferimento alle segnalazioni, bensì a un «errore» del sistema automatico che intercetta i comportamenti vietati dai termini di utilizzo della piattaforma. Il social di Mark Zuckerberg monitora i contenuti costantemente. Ci sono algoritmi che intercettano in automatico post e foto potenzialmente problematici e poi li dirottano a un team di moderatori umani, sparpagliati in tutto il mondo: l’ultima parola spetta a loro. Accanto al sistema automatico, ci sono poi le segnalazioni degli utenti: anche quelle, stando a quanto dichiarato da Facebook, vengono poi vagliate dai moderatori umani prima di tramutarsi eventualmente in sanzioni,come il blocco della pagina o la sua eliminazione.