L’acquisto di un immobile di oltre 275 metri quadrati è finito nelle carte dell’inchiesta sulla Fondazione Open che dal 2012 al 2018 ha finanziato l’attività politica di Matteo Renzi. Oltre alle verifiche sul denaro gestito dall’avvocato Alberto Bianchi, che era presidente della Fondazione chiusa dopo sei anni di attività e incassi per circa 7 milioni di euro, i pubblici ministeri hanno disposto accertamenti sulla villa acquistata nell’estate 2018 da Matteo Renzi. I soldi per versare la caparra da 400mila euro furono infatti messi a disposizione da uno dei finanziatori. La somma è stata restituita. Eppure, come riporta Il Corriere, l’operazione un anno fa è stata segnalata dall’Uif, l’Unità antiriciclaggio, come “sospetta” e per questo sono in corso le verifiche.
I magistrati di Firenze ricevono, dunque, una “segnalazione di operazione sospetta” che riguarda un passaggio anomalo di soldi sui conti di Renzi e chiedono alla Guardia di Finanza un approfondimento. Quello che scoprono è che il 12 giugno 2018 l’ex premier ha ricevuto un prestito da 700mila euro dai fratelli Maestrelli, attraverso un conto dell’anziana madre. Una parte dei soldi è stata utilizzata per emettere 4 assegni circolari per un totale di 400mila euro da versare come caparra per l’acquisto della dimora da un milione e 300mila euro a due passi da piazzale Michelangelo. La famiglia Maestrelli, secondo l’Espresso, aveva fatto altre donazioni alla fondazione Open e Riccardo, uno dei fratelli, nel 2015 era stato nominato proprio dal governo Renzi nel consiglio di amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti. Renzi ha restituito i 700mila euro, ma l’indagine dovrà accertare se quel prestito fosse la contropartita per favori ricevuti.
«Il Pd chieda al suo ex segretario Renzi spiegazioni sulla Fondazione Open. Io mi auguro che non ci sia nulla di irregolare, ma ormai il danno è fatto. Se guidi un partito, se poi vai a Palazzo Chigi, e se hai una Fondazione per la tua attività politica, una spiegazione ci vuole», attacca l’ex tesoriere dei Ds Ugo Sposetti. All’ondata di accuse, però, l’ex premier replica alzando un muro insormontabile e minacciando una raffica di azioni civili con cui si pagherà il suo «meraviglioso mutuo da un milione di euro». Ai microfoni di Radio Capital Renzi ha assicurato che quanto fatto è «tutto regolare trasparente». Un prestito da «un carissimo amico», appunto. «Niente di illegittimo, c’è un atto formale, una scrittura privata, un bonifico».